Toscana

CONSIGLIO REGIONALE: OK A PIANO SVILUPPO, PER PDL PROGRAMMA «INUTILE»

(ASCA) – Rilanciare lo sviluppo valorizzando le eccellenze dell’economia toscana e scegliendo di sostenere i punti di debolezza che presenta. Questo, in sintesi, l’obiettivo strategico del Programma regionale di sviluppo (Prs) secondo quanto hanno affermato in aula il presidente della commissione Affari istituzionali, Marco Manneschi (Idv), intervenuto per presentare la proposta di risoluzione licenziata dalla stessa Commissione, e l’assessore al Lavoro, Gianfranco Simoncini, che a nome della Giunta ha illustrato i contenuti e gli obiettivi del Prs. L’atto è poi stato approvato a maggioranza dall’aula. Secondo Manneschi il Prs “cerca di dare risposte alle domande angoscianti che sono di fronte a tutti noi e cioé a come garantire lo sviluppo, l’equità sociale e i livelli di assistenza finora garantiti in relazione alla profonda crisi e al pesante debito pubblico che affliggono l’Italia”. Secondo l’assessore Simoncini, il Prs “é un atto tra i più significativi della legislatura ed è un atto fondamentale per il rilancio dell’economia e dello sviluppo della Toscana. Simoncini ha ricordato che i primi dati di quest’anno sono buoni: gli avviamenti al lavoro sono cresciuti del 5,4%, l’export del 16% mentre sono diminuiti i valori della cassa integrazione (- 5,4%) e delle liste di mobilità (- 6,6%). “Ma è ancora poco – ha spiegato – e quindi non si deve abbassare la guardia. Abbiamo bisogno di un colpo d’ala per rilanciare lo sviluppo”.“Un documento inutile, già superato dai fatti, generico e velleitario. Un documento che ha le dimensioni di un librone e che finirà sugli scaffali subito dopo l’approvazione del Consiglio regionale” è stato il giudizio sul Prd di Alberto Magnolfi, capogruppo del Pdl. Il capogruppo del Pdl ha spiegato che sarebbe servito un “modello di programmazione diversa per guardare alla sussidiarietà, alla concertazione locale e alla sburocratizzazione”. Magnolfi lamenta che il Prs non indica le priorità, non quantifica in modo preciso i tagli e i risparmi, non delinea la tempistica rispetto agli obiettivi, non dà conto delle risorse disponibili. Le critiche e le controproposte del Pdl sono state spiegate in undici ordini del giorno che l’aula ha respinto.