Nel 2008, il Consiglio regionale ha approvato 54 nuove leggi sulle 72 presentate, con una percentuale più alta rispetto all’anno precedente, quando le leggi approvate erano state 51 su 95 presentate. È sempre la Giunta regionale a detenere il primato dell’iniziativa legislativa, con il 56,9% delle leggi presentate e l’82,7% di quelle approvate. Cresce il ruolo dell’assemblea legislativa, che non ha lasciato passare nessuna legge senza introdurre modifiche attraverso emendamenti sia nelle commissioni che in aula. Si registra una forte velocizzazione dell’iter legislativo: in media, 68 giorni dalla presentazione all’approvazione (erano in media 87 nella VII legislatura). Delle 54 leggi approvate nel 2008, ben 23 hanno visto il voto favorevole di almeno uno o più gruppi di opposizione. Sono alcuni dei dati emersi nella presentazione del settimo Rapporto sulla legislazione, relativo all’anno 2008, che si è tenuta questa mattina in Sala Gonfalone di Palazzo Panciatichi.Il Rapporto è lo strumento annuale di cui si è dotato il Consiglio regionale per valutare le caratteristiche della sua produzione: il numero e la tipologia delle leggi presentate e approvate, la provenienza dell’iniziativa legislativa, le peculiarità dell’azione consiliare, l’andamento dell’attuazione statutaria. Ma anche per pesare i rapporti tra Giunta e Consiglio, il contenzioso costituzionale, la valutazione delle leggi ex ante ed ex post. Mai come in questo momento si era giunti al redde rationem tra la proliferazione di leggi e norme e la necessità di ricondurre l’attività legislativa alla verifica diretta della sua efficacia sulle azioni concrete, ammonisce in apertura la consigliera regionale Stefania Fuscagni, presidente della commissione speciale per gli adempimenti statutari e per il nuovo regolamento interno, che ha presieduto i lavori su delega della Presidenza del Consiglio regionale. C’è da superare − ha aggiunto Stefania Fuscagni − un limite culturale tutto italiano: dobbiamo dare concretezza alla fase della valutazione.Nel 2008 si è andato completando il quadro di attuazione dello Statuto, spiega il segretario generale del Consiglio regionale, Alessandro Mazzetti con le leggi sulla qualità della normazione, sul Collegio di garanzia, sulle nomine e designazioni e sull’autonomia dell’assemblea regionale. Abbiamo posto le basi affinché in Toscana si legiferi bene. Ora ci attende l’ultimo passo: l’indagine, alla quale stiamo lavorando con Irpet, al fine di avere un quadro della efficacia applicativa delle leggi che vengono approvate. A fronte della contrazione dell’iter legislativo, ha proseguito Mazzetti, si evidenzia un intervallo di tempo troppo lungo tra entrata in vigore della legge e approvazione del regolamento attuativo: in media 105 giorni.Tutti d’accordo sulla necessità di leggi chiare ed efficaci, questione che non è tecnica, ma di democrazia in quanto attiene alla certezza del diritto, dice Raffaele Libertini, che ha illustrato il Rapporto. Attenzione al procedimento di formazione della legge e introduzione di strumenti di valutazione delle politiche pubbliche suggerisce Nicola Lupo (Università Luiss Guido Carli di Roma), che ha richiamato la recente legge regionale sull’immigrazione composta, nel testo finale approvato da cinque articoli normali e un sesto articolo che comprende 78 commi. Scarsa cultura della valutazione, determinata anche da un ruolo della politica che è più forte rispetto ad altri paesi e rischio di trasformare la semplificazione in uno dei tanti slogan di cui ci si innamora ma che poi non producono solo effetti benefici, emergono dagli interventi di Valerio Di Porto (responsabile Osservatorio sulla legislazione della Camera dei deputati) e Luca Borsi (consigliere parlamentare, Senato della Repubblica).Massimo Carli professore alla facoltà di Giurisprudenza di Firenze attacca su alcuni punti che emergono dal Rapporto: Una sola proposta di legge di iniziativa popolare impone una seria riflessione. Il Consiglio delle autonomie locali non serve, se produce 30 pareri, tutti favorevoli e senza osservazioni. E ancora: Quasi tutti i consiglieri sono presenti alle sedute, ma si riducono al 66% al momento del voto. Sarebbe meglio farli firmare alla fine e non all’inizio dei lavori. Giovanni Tarli Barbieri, direttore con Massimo Carli del Corso di perfezionamento sulla qualità della normazione dell’Università di Firenze, rileva la mancanza del nuovo regolamento del Consiglio regionale come una contraddizione clamorosa e valuta il ruolo dell’assemblea toscana, per come emerge dal Rapporto, non è organo di mera ratifica.Il rapporto sulla legislazione resta strumento tecnico e non politico − avverte nelle conclusioni Alberto Chellini, dirigente dell’area di coordinamento per l’assistenza professionale del Consiglio regionale −. Uno strumento con il quale intendiamo conoscere la chiarezza e della bontà delle leggi. Il nostro impegno sarà ancor più incentrato sulla doppia necessità di salvaguardare il contenuto tecnico-normativo dei provvedimenti legislativi e rispondere alla fortissima sollecitazione a scrivere leggi semplici e chiare. Faremo tesoro delle molte indicazioni e degli spunti emersi in questa occasione. (s.bar)