Toscana

CONSIGLIO REGIONALE, NEL 2007 OTTO PROPOSTE DI LEGGE AL MESE, 51 QUELLE APPROVATE

Nel corso dello scorso anno sono state presentate in Consiglio regionale novantacinque proposte di legge, quasi otto al mese, e ne sono state approvate cinquantuno. L’iniziativa nel 54% dei casi è della Giunta, mentre nel 46% dei consiglieri, con un’inversione di tendenza rispetto all’anno precedente quando i dati mostravano 40% della Giunta e 60% dei consiglieri. Le leggi in vigore al 31 dicembre sono 546. Sono alcuni dei dati contenuti nel Rapporto sulla legislazione 2007, presentato questa mattina a Palazzo Panciatichi. Il segretario generale del Consiglio regionale, Alessandro Mazzetti, ha sottolineato che l’iniziativa consiliare si ripartisce in modo equilibrato tra maggioranza (15 proposte), opposizione (14 proposte) e gruppi trasversali (15 proposte). Solo 19 sono state presentate da un solo gruppo e solo una piccolissima parte delle proposte di legge ha passato indenne il vaglio consiliare, senza subire modifiche: due su cinquantuno. Le proposte della Giunta risultano approvate nel 66% dei casi, quelle dei consiglieri nel 27%. I soli dati quantitativi, però, non permettono una valutazione completa dell’attività consiliare. “Le nuove funzioni statutarie assegnano al Consiglio un ruolo importante per valutare le politiche e l’attuazione concreta della legislazione – ha ricordato Mazzetti – E’ un compito che abbiamo già iniziato a svolgere con la legislazione sui comuni montani e disagiati, ma che sarà ulteriormente sviluppato con specifiche professionalità nella struttura ed una più stretta collaborazione dell’Irpet”. “Nonostante lo Statuto affidi alla Giunta la maggioranza dei regolamenti, questo non ha prodotto un’esplosione di queste norme secondarie – ha rilevato Raffaele Libertini, che coordina le attività sulla qualità della legislazione del Consiglio – Il ricorso alla Corte costituzionale da parte della Regione è stato molto vivace e spesso coronato da successo”. La Corte ha, infatti, giudicato fondate diciotto questioni sollevate, infondate trentaquattro ed inammissibili quattro. L’unico ricorso promosso dal Consiglio dei ministri contro la Regione si è concluso con tre dichiarazioni di infondatezza e quattordici di inammissibilità. Secondo Paolo Caretti dell’università di Firenze siamo però ancora lontani da una piena attuazione delle previsioni statutarie dell’articolo 11, secondo il quale il Consiglio determina “l’indirizzo politico della Regione e ne controlla l’attuazione”. “Il rapporto tra Giunta e Consiglio è di tipo collaborativo – ha osservato Caretti – C’è un uso corretto della funzione regolamentare. Sono state introdotte clausole di valutazione nelle leggi. Non c’è contrasto sulle nomine. Gli strumenti di indirizzo, però, non sono completamente sfruttati e questo non per responsabilità della Giunta”. Altro elemento di criticità è stato sollevato da Giovanni Rizzoni, funzionario della Camera dei Deputati, che ha sottolineato come gran parte della normativa comunitaria non venga attuata con legge, ma attraverso gli atti di programmazione. Massimo Carli dell’università di Firenze ha giudicato molto positiva la scelta fatta di una legge ‘a tempo’ come quella sulla partecipazione, che, se non viene confermata, scompare dall’ordinamento. Giovanni Tarli Barbieri, sempre dell’ateneo fiorentino, ha invece ricordato che la Toscana, con la legge sul Bollettino ufficiale on line, ha anticipato un’analoga decisione a livello nazionale per la Gazzetta ufficiale. “Complessivamente le risposte date con il nuovo Statuto sembrano abbastanza efficaci – ha concluso Alberto Chellini, dirigente dell’area di coordinamento per l’assistenza giuridica alle commissioni consiliari – Dobbiamo però segnalare un uso insufficiente dello strumento delle informative preliminari alla concertazione. Formalmente viene ben attuato, ma spesso si conclude senza indicazioni cogenti con un ‘vedremo l’articolato di legge’”. (cs-dp)