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CONSIGLIO PERMANENTE CEI, PROLUSIONE CARD. BAGNASCO: SENZA DIO, SOLITUDINE SCONSOLATA; CRISI, AIUTARE LE FAMIGLIE

L’anno 2009, “nel 4° centenario delle prime osservazioni di Galileo Galilei al telescopio, si annuncia ricco di sollecitazioni sul fronte del rapporto tra la fede e la scienza”: lo ha detto questa sera a Roma, aprendo con la sua prolusione i lavori del Consiglio permanente della CEI (testo integrale), il presidente card. Angelo Bagnasco. Riferendosi alla “questione di Dio”, nel primo punto della riflessione il presidente dei Vescovi ha affermato che “non è certo inedita, ma la gente del nostro tempo la vive con accenti talora inediti. Molto di quel che succede nel sistema della vita odierna sembra procedere secondo una logica del tutto contraria a quella di un Dio necessario e provvidente”. “Eppure, – ha proseguito – anche in un impianto così autoreferenziale, è sufficiente un intoppo non prevedibile, un dolore cieco, un inconveniente spiazzante, una domanda più impertinente, una gioia più sublime perché, di colpo, tutto si afflosci, lasciando il singolo sconnesso e smarrito. Si comincia col sentenziare che «Dio è morto» e si finisce nella solitudine umana più sconsolata”. Secondo Bagnasco, quando si accantona Dio, “si crede di essersi spinti avanti, dando soluzione magari a quesiti da brivido, e ci si ritrova invece in una recessione arida e amara. Si pensa di aver toccato il massimo di ebbrezza, e l’attimo dopo ci si scopre in una alienazione debilitante”.Dopo aver ricordato il recente Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio, il cardinale Bagnasco ha parlato del “rinnovato amore al Libro di Dio (che) ci fa sentire particolarmente vicini ai fratelli ebrei nel cui seno è nato l’antico Testamento. Purtroppo, di recente, singolari riserve sono venute da parte di alcuni esponenti dell’assemblea rabbinica italiana, nel quadro di una loro non partecipazione per quest’anno alla Giornata «per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei», che da qualche tempo viene proficuamente celebrata in alcuni Paesi, compreso il nostro”. Ha fatto anche riferimento alle recenti decisioni circa i cosiddetti “lefevriani”, affermando: “A proposito, poi, della recentissima revoca della scomunica alla Fraternità di San Pio X, mentre esprimiamo il nostro apprezzamento per l’atto di misericordia del Santo Padre, manifestiamo il dispiacere per le infondate e immotivate dichiarazioni di uno dei quattro Vescovi interessati circa la Shoah; dichiarazioni peraltro rese alcuni mesi or sono e solo adesso riprese con intento strumentale; dichiarazioni già ripudiate dalla stessa Fraternità”.Allarme per la sorte dei cristiani in Iraq e per quelli della regione dell’Orissa in India: lo ha espresso questa sera il card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, nella prolusione in apertura dei lavori del Consiglio permanente. Insieme a un accorato pensiero e una preghiera per le “due sorelle del Movimento contemplativo missionario ‘Charles De Foucauld’, Caterina Giraudo e Maria Teresa Olivero, rapite il 9 novembre scorso al confine tra Kenya e Somalia”, Bagnasco ha ricordato il volontario italiano della Croce Rossa Eugenio Vagni, sequestrato nelle Filippine, e il missionario Giuseppe Bertaina, ucciso due settimane fa sempre in Kenya “dopo ben 57 anni di dedizione all’Africa”. Ha poi dedicato un ampio passaggio del discorso alla crisi nella striscia di Gaza, esprimendo solidarietà in particolare per i cristiani che vivono in quella terra. Circa la crisi economica in corso, ha affermato che “è scoppiata per le speculazioni avvenute in campo finanziario, grazie all’ingordigia di guadagni i più consistenti possibile nei tempi più brevi”. Ha detto al riguardo che “ora è facile che gli effetti più dolorosi si riversino soprattutto su quella parte di popolazione che in realtà non ha mai scialacquato, e che già prima era in sofferenza per una cronica ristrettezza economica”.Sempre riferendosi alla crisi economica, Bagnasco ha ricordato che essa “tocca i singoli, le famiglie, le comunità. Quel lavoro che già prima era precario, ora lo è di più, e quando si interrompe lascia senza garanzie di affidabile sussistenza”. “Anche una quota parte significativa di occupazione stabilizzata si trova e − Dio non voglia − si troverà nei prossimi mesi ancor più colpita: in certe zone la crisi è già emergenza. L’occupazione nel settore non pubblico poi, in metà dei casi circa, non ha ammortizzatori sociali. Se un’impresa – ha sottolineato – è costretta a ridurre o ad azzerare l’orario di lavoro, le famiglie dei dipendenti, specie quelle monoreddito, entrano in una fase critica con ripercussioni gravi sul fronte degli affitti, dei mutui, o dei debiti comunque contratti”. Ha poi espresso parole di speranza, affermando. “Noi abbiamo fiducia! In che cosa? Forse in qualche fortunata stella per cui alla fine tutto tornerà come prima? O in qualche nuovo logaritmo finanziario o economico? Abbiamo fiducia in Dio e abbiamo fiducia nell’uomo, nel suo nativo buon senso”. Per aiutare le famiglie, ha poi ricordato la necessità di adeguate politiche di sostegno, citando tra l’altro il “quoziente familiare” e rimarcando che “i figli non sono, non devono essere, una penalizzazione, quasi fossero un privilegio o un lusso. Se invece, com’è vero, sono delle risorse anche per l’intera società, allora lo si deve vedere”, ha concluso.“La Chiesa è mandata per l’annuncio del Vangelo e la formazione delle coscienze”, ha poi detto il cardinale Bagnasco, e “non si tira indietro” di fronte alle emergenze, anzi “mette a disposizione una parte del tutto rilevangte dei fondi dell’8xmille” oltre a mezzi frutto di raccolte e offerte. “Ma non vogliamo né possiamo surrogare lo Stato e gli enti locali”, ha aggiunto, invitando tutti i cristiani alla generosità verso i bisognosi. Circa la scuola in particolare quella paritaria di ispirazione cristiana, ha sottolineato che “la Chiesa non lucra su di essa, e per la verità ci rimette solamente; ma lo fa sempre con forte convinzione” per finalità educative. Ha poi aggiunto che “non la scuola libera deve elemosinare, ma la società e la politica sono chiamate responsabilmente a corrispondere per quanto loro possibile, e come i Paesi europei fanno da anni senza vecchi pregiudizi ideologici”. Riguardo alle decisioni sugli stanziamenti in Italia, ha detto che “nessuno si attende il tutto subito, ma almeno che non si torni indietro”.Sir