Vita Chiesa

CONSIGLIO PERMANENTE CEI: NO ALL’OSCURAMENTO DELLA SPERANZA COLLETTIVA

“Consapevoli dell’impossibilità di rimanere ‘spettatori intimiditi’ e rassegnati a subire una sorta di ‘oscuramento della speranza collettiva’, i membri del Consiglio Permanente – riprendendo e approfondendo l’analisi ‘severa, coraggiosa e pacata’ del Presidente – non si sono sottratti alla responsabilità di un ascolto attento del presente, volto a favorire il discernimento e il giudizio”: è uno dei pensieri di apertura del “Comunicato finale” dei lavori del Consiglio episcopale permanente, reso noto questa mattina a Roma da parte della Cei, in occasione della conferenza stampa finale tenuta dal Segretario generale, mons. Mariano Crociata. Nel testo si sottolinea la portata della prolusione proposta dal card. Angelo Bagnasco che “ha offerto una riflessione a tutto campo, caratterizzata dalla preoccupazione per le conseguenze della crisi economica e sociale che colpisce soprattutto le fasce deboli, ma anche animata dalla ferma volontà di offrire all’Italia il contributo specifico dell’esperienza cristiana”. Sullo sfondo dei lavori del Consiglio permanente, si aggiunge, c’è l’immagine di un “Occidente scosso da una globalizzazione non governata e da un generale calo demografico e, nel contempo, incapace di correggere abitudini di vita che lo pongono al di sopra delle proprie possibilità”. L’analisi della situazione odierna svolta all’interno del Consiglio permanente viene presentata con queste parole: “Il clima di insicurezza diffuso nel corpo sociale, e rafforzato dal disorientamento culturale e morale, ha trovato nei Vescovi interlocutori attenti, partecipi e consapevoli”. Alla luce della consapevolezza “del loro ruolo di pastori, hanno espresso preoccupazione per la situazione in cui versa il Paese e che colpisce pesantemente il mondo del lavoro e, quindi, le famiglie; hanno lamentato la fatica a reagire adeguatamente alla crisi, purtroppo accompagnata dal deterioramento del senso civico e della vita pubblica; hanno messo in guardia dall’incidenza che la questione morale ha sull’educazione e sulla cultura del Paese, veicolando una visione individualistica dell’esistenza tanto più superficiale, quanto più irresponsabile e fuorviante”. La crisi – dicono ancora i vescovi – “infrange i legami di solidarietà, scatena aggressività e diffonde indifferenza e cinismo”. Ciò esige “il recupero di un respiro di speranza, che passa attraverso la riaffermazione del primato della persona e della famiglia e necessita di percorsi culturali e politici innovativi, all’interno dei quali la responsabilità dei cattolici è chiamata a spendersi con ritrovato vigore”. Nella seconda parte del comunicato finale, si sottolineano gli aspetti religiosi e pastorali dei lavori svolti nel Consiglio permanente. Si richiama la Giornata mondiale della gioventù di Madrid, con la folta presenza italiana; il Congresso eucaristico nazionale di Ancona, che ha confermato la “rilevanza sostanziale” del culto eucaristico; viene delineato il programma pastorale per i prossimi cinque anni, dedicati all’educazione; si fa cenno al prossimo Sinodo dei Vescovi sul tema della “nuova evangelizzazione” e si parla anche delle Linee-guida in tema di abusi sessuali su minori compiuti da chierici, emanate dalla Congregazione per la dottrina della fede. Tra gli appuntamenti del prossimo futuro che vengono richiamati ci sono il VII Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano (30 maggio-3 giugno 2012), una nuova edizione della Settimana sociale dei cattolici italiani, e lo studio per un sussidio pastorale per l’accompagnamento dei fidanzati verso il matrimonio. Segue una serie di nomine decise nel Consiglio permanente, tra le quali quella del nuovo economo della Cei, don Rocco Pennacchio, della diocesi di Matera-Irsina e di mons. Simone Giusti, vescovo di Livorno,  Presidente del Comitato per la valutazione dei progetti di intervento a favore dei beni culturali ecclesiastici.