Dio è la buona notizia’, di cui il mondo oggi ha nostalgia e sente il desiderio, nonostante l’acutizzarsi dei processi di secolarizzazione e di spersonalizzazione. A ribadirlo oggi, nel comunicato finale, è il Consiglio episcopale permanente della Cei, che si è riunito a Roma dal 25 al 27 gennaio 2010. Il primo obiettivo deve essere risvegliare la domanda intorno a Dio per reagire alle insidie del secolarismo e per aprire un dialogo anche con quanti si dichiarano agnostici o atei, facendo emergere quel desiderio di pienezza e di verità che è nel cuore di ogni uomo. Per i vescovi, la questione di Dio corrisponde a una diffusa nostalgia che si fa strada nelle pieghe di una società all’apparenza distratta e disincantata. Molteplici segnali indicano che sta crescendo una ricerca religiosa che ha bisogno di essere accompagnata e, quando è possibile, orientata. Ciò spiega l’attrattiva che le parrocchie esercitano in certi periodi dell’anno, come il Natale, soprattutto laddove si riesce a dar fondo alla creatività pastorale, rivisitando i moduli ordinari di essa e ripensandoli in ordine alla nuova evangelizzazione’.Educare oggi è ancora possibile a dispetto di un contesto culturale che sembra essersi troppo in fretta congedato da questa possibilità. Ne sono convinti i vescovi italiani per i quali un rinnovato dinamismo educativo è quanto di più necessario si avverte oggi in ambito ecclesiale e nei contesti più attenti della società civile. Nel documento finale del Consiglio permanente della Cei, diffuso oggi, i vescovi si dicono persuasi che che gli Orientamenti pastorali del prossimo decennio la cui prima bozza è stata attentamente vagliata ed emendata potranno costituire un’utile traccia per realizzare questo compito prioritario della comunità ecclesiale. A tutti è chiaro che educare non significa automaticamente evangelizzare. Sono peraltro innegabili alcuni punti di contatto e resta pur sempre vero che l’educazione cristiana rappresenta il compimento di qualsiasi crescita umana. Nel comunicato si sottolinea che la dimensione relazionale è ciò che consente di andare al di là di una formazione strumentale o di un generico indottrinamento: infatti, ciò che fa la differenza è la qualità della testimonianza. È stato perciò ribadito che non basta richiamare i valori, ma occorre farne personale esperienza.E’ attesa per le prossime settimane la pubblicazione del documento su Chiesa e Mezzogiorno, finalizzato a rilanciare quella tensione solidale, che sola costruisce e sostiene l’identità del Paese. E’ quanto emerge dal Comunicato finale del Consiglio episcopale permanente della Cei, diffuso oggi. Nel corso del Cep si è proceduto a un’ulteriore rilettura del documento la cui bozza sarà inviata in consultazione a tutti i vescovi in vista della pubblicazione prevista nelle prossime settimane. Per i vescovi un altro terreno sul quale verificare la tenuta delle nostre comunità cristiane è la sfida dell’integrazione sociale a motivo dell’immigrazione e dei problemi economici, acuiti da una fase di crisi non ancora pienamente superata. In entrambi i casi, ciò che è doveroso attendersi è una testimonianza matura che non separi la fede dalla vita e sappia trarre dal Vangelo le indicazioni necessarie per affrontare questioni che chiamano in causa la cittadinanza responsabile.Perché il sogno, evocato dal card. Angelo Bagnasco nella sua prolusione, di una generazione nuova di italiani e di cattolici in politica prenda corpo è necessario non separare, o peggio ancora contrapporre, la responsabilità individuale, che ribadisce il valore della vita e della famiglia, dalla responsabilità sociale, chiamata ad affrontare i problemi economici, ambientali e sociali. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio episcopale permanente della Cei, diffuso oggi, in cui si richiama l’urgenza di superare quella frattura che talora si riscontra tra il piano dei valori e le scelte di una democrazia di tipo procedurale, quasi che la politica debba necessariamente attestarsi sul piano del compromesso e del gioco al ribasso, incapace di tutelare e promuovere quei beni, senza i quali la stessa vita sociale è a rischio. L’auspicio è che il sogno prenda corpo anche attraverso quella paziente tessitura educativa che aiuta a superare il senso di estraniamento dalla responsabilità per il bene comune. Nel corso del Cep i vescovi hanno, inoltre, avviato una riflessione sull’organizzazione territoriale della Chiesa italo-albanese in Italia, definito il calendario per la preparazione della versione italiana della terza edizione del Messale Romano e approvato i parametri per l’edilizia di culto per l’anno 2010.Sir