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Consiglio Pastorale: la sfida dei laici.

«Rigenerati per una speranza viva, scrutiamo i segni dei tempi»: questa la suggestiva evocazione con la quale è partita lo scorso anno l’attività del Consiglio pastorale diocesano. Un’attività che ha iniziato a cogliere i frutti dei tanti spunti scaturiti dal Convegno di Verona e che ha presentato il proprio lavoro a Cenina, all’incontro annuale degli uffici. Tanti le riflessioni emerse in questi ultimi mesi: dalla necessità di farsi Chiesa missionaria che sappia uscire dalla sacrestia, all’indispensabile rafforzamento di un «forte spirito di comunione, che fiorisca dalla diversità dei carismi in essa presenti»; dal bisogno di valorizzare il laicato non per semplice «opportunità organizzativa», alla necessità di una continua e solida formazione; dalla famiglia intesa come «nucleo fondante di ogni altra relazione», alla sfida educativa che sarà al centro del prossimo anno pastorale; e ancora, il problema del precariato, le migrazioni e la carenza di sacerdoti. Un quadro estremamente variegato quindi, che richiama tutte le diverse realtà, ognuna delle quali legata ad un diverso ambito di vita del laicato. Il Vescovo ha invitato il Consiglio ad approfondire proprio la tematica del ruolo del laici all’interno della Chiesa: una questione non nuova, ma che oggi si pone in termini diversi e più urgenti e che necessita di una lettura nella prospettiva di una «Chiesa missionaria». Ed è la figura di un laico non inteso solo come semplice collaboratore che, secondo il Consiglio pastorale, andrebbe valorizzato. Una figura non più omologata a quella del sacerdote, «sfumando» troppo i contorni dei rispettivi carismi, che devono comunque avere pari dignità ed essere in grado di lavorare assieme. Ecco allora emergere l’esigenza di una formazione dei laici: «occorre educarli ad una fede adulta, che sia in grado di declinare il Vangelo nelle questioni temporali». Guardando al laicato poi, un ruolo particolare spetta alla famiglia che rappresenta il «primo nucleo sociale di base» e che per questo deve divenire sempre più protagonista attiva e responsabile della propria crescita e della partecipazione alla vita sociale. Proprio il tema del laicato è stato approfondito grazie all’intervento, nei mesi scorsi, di Paola Bignardi, ex presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana. Grande attenzione è stata poi rivolta alla difficoltà degli adulti e delle comunità di fronte ai giovani per un generale senso d’incertezza che non riguarda più soltanto il «cosa farò da grande», ma qualcosa di più radicale e che si lega all’incapacità di comprendere la vita come un bene. Genitori ed educatori in particolare, sembrano far fatica ad educare perché incapaci di essere d’esempio, instaurando rapporti di permissivismo basati sullo scetticismo e l’indifferenza. Sarà proprio questo il punto da cui il prossimo anno si dovrà ripartire.