Vita Chiesa

CONGRESSO PASTORALE MIGRANTI, MONS. MARCHETTO: L’INTEGRAZIONE NON È STRADA A SENSO UNICO

“L’integrazione non è una strada a senso unico, non è cammino da percorrere solo dall’immigrato, ma anche dalla società di arrivo, che, a contatto con lui, scopre la sua ‘ricchezza’, cogliendone i valori della cultura”. Lo ha affermato oggi l’arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, nel suo discorso in apertura del XVI Congresso mondiale per la pastorale dei migranti e dei rifugiati, in corso a Roma fino al 12 novembre. “La vera integrazione – ha sottolineato mons. Marchetto – si realizza là dove l’interazione tra gli immigrati e la popolazione autoctona non si limita al solo campo economico-sociale, ma si attua in pienezza, comprendendo anche quello culturale. Ambedue le parti, comunque, devono essere disposte a farlo, giacché motore dell’integrazione è il dialogo, e ciò presuppone un rapporto reciproco”. L’arcivescovo è critico contro un tipo di inserimento più simile all’”assimilazione”, che “rappresenta in fondo un impoverimento anche delle società d’accoglienza, perché il contributo culturale e umano dell’immigrato alla società che lo ospita è in tal modo minimizzato se non annullato”. “Senz’altro i migranti devono fare i passi necessari per essere inclusi socialmente nel luogo di destino – ha detto -, ma tale processo deve rispettare l’eredità culturale che ognuno porta con sé”. D’altra parte, ha precisato mons. Marchetto, se però il migrante “non si apre alla realtà più vasta della società d’approdo, corre il pericolo di formare, insieme agli altri suoi simili, un ghetto, con relativa emarginazione”. Il migrante è quindi chiamato a “compiere i passi necessari all’inclusione sociale, quali l’apprendimento della lingua nazionale e il proprio adeguamento alle leggi e alle esigenze del lavoro, così da evitare il crearsi di una differenziazione esasperata”. Nel suo intervento l’arcivescovo ha poi messo in guardia dal pericolo del “brain drain” (la fuga dei cervelli) di lavoratori altamente qualificati da Paesi meno sviluppati ai Paesi ricchi: questo impedisce anche la eventuale trasmissione del know-how ai connazionali in patria. Mons. Marchetto ha concluso citando l’enciclica Caritas in veritate e ricordando che “l’autentico sviluppo proviene dalla condivisione dei beni e delle risorse, nella ricerca di un nuovo ordine economico internazionale che contempli una più equa distribuzione dei beni della terra”.Sir