Vita Chiesa

CONGRESSO EUCARISTICO: PRESENTATA OGGI UNA LETTERA DEI VESCOVI, «L’IMPORTANZA E IL VALORE DELLA DOMENICA»

“Disertare l’Eucaristia domenicale porta ad impoverirsi, a vedere la propria fede e l’appartenenza alla Chiesa indebolirsi giorno dopo giorno, e a constatare la propria incapacità di fare della domenica un giorno di festa. Mentre l’industria del divertimento diventa sempre più prolifica e le occasioni per far festa si moltiplicano, l’uomo sembra aver smarrito ‘il perché’ e il ‘per chi’ festeggiare”. Lo ribadisce il Consiglio episcopale permanente della Cei in una Lettera dal titolo “Senza la domenica non possiamo vivere”, presentata questa mattina a Bari, nel corso di una conferenza stampa – in preparazione del XXIV Congresso Eucaristico nazionale (Bari, 21-29 maggio 2005) – presieduta dall’arcivescovo mons. Francesco Cacucci.

“Quali sono – scrivono i vescovi – i tratti caratteristici che fanno della domenica l’elemento qualificante dell’identità e della vita dei cristiani?”. Anzitutto, “la domenica è ‘Pasqua settimanale'”: “Non comprenderemmo l’importanza e il valore della domenica se non facessimo innanzitutto riferimento a Cristo, e alla sua morte e risurrezione. Non è stata la Chiesa a scegliere questo giorno, ma il Risorto. Essa non può né manipolarlo né modificarlo; solo accoglierlo con gratitudine, facendo della domenica il segno della sua fedeltà al Signore”. La domenica, aggiungono i vescovi, “è anche il giorno in cui facciamo memoria del Battesimo, evento che, unendoci alla morte e alla risurrezione di Cristo, è per noi fonte di vita nuova”. Inoltre, la domenica, “giorno del Signore è anche il giorno della Chiesa, che ricorda a ogni cristiano che non è possibile vivere individualisticamente la fede. La domenica ritorna ogni settimana per ricordare a tutti che Cristo è la nostra festa! La partecipazione all’Eucaristia domenicale più che un obbligo dovrebbe essere un bisogno!”. “La celebrazione eucaristica domenicale non può esaurirsi dentro le nostre chiese, ma esige di trasformarsi in servizio di carità”, si legge ancora nella Lettera dal titolo “Senza la domenica non possiamo vivere”. “La celebrazione eucaristica domenicale – spiegano i vescovi – genera un’onda di carità, destinata a espandersi in tutta la vita dei fedeli, trasformando il modo stesso di vivere il resto della domenica. Si tratta di gesti profondamente umani e semplici che esprimono e realizzano la solidarietà, la condivisione, la speranza di un futuro migliore, la liberazione integrale dell’uomo. A volte sarà il dono di una parola, di una visita, di un sorriso a far sperimentare a chi è solo che anche per lui è domenica. La domenica è, dunque, anche giorno dell’uomo”. Come aiutare i battezzati a riscoprire tutta la ricchezza custodita e donata dalla domenica? Secondo i vescovi, “perché ci sia un vero coinvolgimento e una reale e profonda partecipazione, perché il clima festoso sostenuto dai canti e dai gesti sia autentico, è necessario arrivare alla celebrazione preparati e motivati. L’improvvisazione e la superficialità, personale o comunitaria, non possono che produrre indifferenza, senso di disagio, o addirittura noia”. “Molto difficilmente – concludono – si potrà recuperare la centralità della domenica nella vita della parrocchia, se non si avranno dei momenti in cui giovani, adulti e anziani si ritrovino non solo per prepararsi alla celebrazione eucaristica domenicale ma anche per essere da questa ‘provocati’, così che tutta la vita e l’agire pastorale della comunità siano da essa interpellati, illuminati e sostenuti”. Sir

Senza la domenica non possiamo vivere. Il testo della Lettera dei vescovi italiani