Vita Chiesa
Congresso eucaristico. Don Giardina (Cei): “Ritrovare il vero gusto della liturgia e della vita”
“Ritrovare il vero gusto delle cose”, nella liturgia come nella vita. Don Alberto Giardina, direttore dell’Ufficio liturgico nazionale della Cei, sintetizza così al Sir la “pro-vocazione” della XXVII edizione del Congresso eucaristico nazionale, in programma a Matera dal 22 al 25 settembre, con la presenza del Papa nella giornata conclusiva. “La sua presenza ci sarà di stimolo e di incoraggiamento”, assicura descrivendo il clima di attesa del Santo Padre.
Tornare al gusto del pane, in questa prospettiva, significa ritrovare il vero gusto delle cose.
Come scrive Papa Francesco nella “Desiderio desideravi”, dobbiamo recuperare lo stupore: quello eucaristico, legato alle azioni rituali della celebrazione, ma anche, aggiungerei, quello per le meraviglie della vita di ogni giorno. A Matera, quindi, ci riuniremo per ritrovare la bellezza dell’Eucaristia, della Chiesa, della comunità ecclesiale, che porta all’altare le gioie e le fatiche del quotidiano, che ascolta la Parola e spezza il pane e si fa carico dei poveri. Il capitolo due degli Atti è l’icona di una Chiesa che si ritrova nello spezzare il pane e nel condividere le situazioni della vita: ritrovarsi attorno all’altare, allora, diventa fonte e culmine ma anche forma del vissuto comunitario.
si è vissuto come se la Messa fosse l’unico modo per santificare la domenica, mentre la fase del lockdown sarebbe potuta diventare un’opportunità per aiutare le persone non soltanto a ritrovarsi attorno alla televisione, ma a riscoprire più profondamente il sacerdozio battesimale.
Intensificando, ad esempio, i momenti di preghiera in famiglia, facendo della casa uno spazio di incontro con Dio, delle nostre tavole l’altare della preghiera e delle famiglie l’immagine della Chiesa viva.
La presenza del Papa tra di noi sarà di incoraggiamento e può essere da stimolo in questa progressività sinodale, nei cantieri che tutta la Chiesa italiana sta aprendo, in sintonia con il cammino della Chiesa universale.
Come avviene in ogni Congresso eucaristico, anche a Matera non si può non fare riferimento al frangente storico che stiamo vivendo: la pandemia, la guerra, le difficoltà delle famiglie fanno parte a pieno titolo anche dell’azione rituale. Il vissuto celebrativo non è mai asettico, ciascuno di noi porta all’altare le gioie e le fatiche di ogni giorno, e al tempo stesso si apre al mondo. Nella sosta contemplativa di Matera renderemo presenti davanti all’Eucaristia i travagli del mondo contemporaneo, la guerra in Ucraina, le difficoltà economiche delle aziende e delle famiglie italiane, quanti sbarcano nelle nostre coste.
Più che spettacolarizzare la celebrazione, bisogna recuperare il senso del mistero e della centralità di Cristo.
Favorire la partecipazione liturgica significa inoltre coniugare il linguaggio della liturgia con le attese, le speranza, i dolori e le gioie degli uomini: leggere il libro della vita e il libro della liturgia insieme.