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CONGO: ANCH’IO A KISANGANI, APPELLO PER LA PACE

Un appello forte perché “non continui il massacro delle popolazioni inermi” nella Repubblica Democratica del Congo e le Nazioni Unite “mandino nuove forze di pace” viene oggi dal Coordinamento “Anch’io a Kisangani” (formato dalle associazioni Beati Costruttori di Pace, Break the silence, Chiama L’Africa, Agisci, Emmaus, Gavci, Pax Christi, Missionari/e Comboniani, Devoniani, Saveriani, Consolata, Pime) che propone di inondare di messaggi, fax, e-mail e lettere il governo italiano, la Commissione europea e le Nazioni Unite. Dopo la soddisfazione per le prospettive di pace in seguito agli accordi di Sun City e Pretoria, ora “il vuoto di potere che si crea con il ritiro degli eserciti occupanti – informa il Coordinamento – lascia spazio alle incursioni di bande armate che intimidiscono e uccidono la popolazione. Questo sotto gli occhi degli osservatori delle Nazioni Unite che non hanno un mandato per difendere la popolazione civile. A Uvira sono stati uccise 453 persone”. Da qui l’appello urgente a “garantire la sicurezza per le persone civili in questo periodo di transizione con una forza che abbia anche il mandato di difendere la popolazione civile e di interposizione tra le diverse forze in campo. Fino a quando le istituzioni democratiche non saranno ristabilite”. “Oggi esiste una possibilità reale di pace che tutti noi dobbiamo sostenere – ricordano i promotori dell’appello -. La guerra del Congo, che ha avuto ed ha come suo motivo reale lo sfruttamento delle enormi ricchezze di questo paese, come è affermato anche dall’ultimo rapporto delle Nazioni Unite, è un macigno che pesa sulle coscienze e che deve interpellare la comunità internazionale. Ormai è intollerabile il numero delle vittime e il carico di sofferenza che pesa su questo popolo”.

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