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Conflitto israelo-palestinese: vescovi cattolici Terra Santa, «Chiese e leader spirituali indichino un altro cammino»

Forse è giunto il tempo in cui «le Chiese e i leader spirituali indichino un altro cammino, insistano sul fatto che tutti, Israeliani e Palestinesi, sono fratelli e sorelle in umanità». Lo affermano i vescovi cattolici di Terra Santa al termine della loro assemblea, constatando i fallimenti nella risoluzione del conflitto.

«I recenti sviluppi nel contesto Palestina-Israele, la continua perdita di vite umane, la continua evaporazione della speranza in una soluzione duratura e il fallimento della comunità internazionale nell’applicazione del diritto internazionale per proteggere le persone di questa terra da altre lotte e altra disperazione, sono arrivati a un punto per cui vediamo solo più estremismo e discriminazione. Anche chi una volta si presentava come guardiano della democrazia e promotore di pace, è diventato un negoziatore del potere e partigiano che partecipa al conflitto». È la denuncia contenuta dell’Assemblea dei vescovi cattolici della Terra Santa, che pongono il dubbio se «la diplomazia internazionale e il processo di pace si siano mai basati sulla giustizia e sulla buona volontà». Forse è giunto il tempo in cui «le Chiese e i leader spirituali indichino un altro cammino, insistano sul fatto che tutti, Israeliani e Palestinesi, sono fratelli e sorelle in umanità». Solo la possibilità di «amarci gli uni gli altri e vivere insieme nel rispetto reciproco e nell’uguaglianza, uguali in diritti e doveri, in questa terra», è per i vescovi la via per una «pace basata sulla dignità, il rispetto reciproco e l’uguaglianza come esseri umani», la sola che potrà permettere «di sopravvivere e persino prosperare in questa terra».

«Noi, i capi delle Chiese in Terra Santa, siamo al fianco di tutti coloro che vivono in questa terra anzitutto in quanto esseri umani. Cerchiamo di mostrare una via d’uscita da una situazione permanente di guerra, odio e morte. Cerchiamo di indicare la via per una nuova vita in questa terra, fondata su principi di uguaglianza e amore». I vescovi cattolici della Terra Santa, alla luce dei nuovi fatti di sangue, insistono per una «soluzione deve essere basata sul bene comune di tutti coloro che vivono in questa terra senza distinzione». I leader religiosi invitano i cristiani a «unire le loro voci con ebrei, musulmani, drusi e tutti coloro che condividono questa visione di una società basata sull’uguaglianza e sul bene comune», per «costruire ponti di mutuo rispetto e amore». A nulla è servita la proposta della «soluzione dei due Stati» che «si ripete inutilmente».

«Tutti i discorsi su una soluzione politica sembrano retorica vuota nella situazione attuale» e quindi i vescovi si fanno promotori di «una visione secondo cui tutti in questa Terra Santa hanno piena eguaglianza», «condizione fondamentale per una pace giusta e duratura», qualsiasi soluzione politica sia adottata. «Nel passato abbiamo vissuto insieme in questa terra», scrivono i vescovi, «perché non potremmo vivere insieme anche in futuro?».