Se diminuiscono nel mondo i conflitti armati considerati maggiori (ossia con più di 1000 vittime), raggiungendo il minimo storico dopo la seconda guerra mondiale, aumentano però quelli interni ai Paesi: sono attualmente 34 (in 24 Paesi) e tra i 6 considerati maggiori è già compreso quello nella striscia di Gaza. Sono i dati illustrati da Paolo Beccegato, responsabile area internazionale della Caritas italiana, durante la presentazione a Roma del volume sui conflitti dimenticati intitolato Nell’occhio del ciclone, realizzato dalla Caritas in collaborazione con Famiglia Cristiana e Il Regno. Beccegato, tra i curatori del volume, ha evidenziato il complesso legame tra povertà, conflitti ed emergenze ambientali. Vi sono quattro tipologie di conflitti indotti dal clima ha precisato Beccegato -: per inquinamento delle acque potabili, diminuzione della produzione del cibo, aumento delle catastrofi naturali e delle migrazioni, che provocano rifugiati ambientali. Si prevede che, entro il 2050, i costi della catastrofi naturali aumenteranno di 300 miliardi di dollari ha detto -, con una perdita annuale del 5% del Pil mondiale, pari a 2,5 trilioni di dollari persi. L’Onu stima, a questo proposito, 46 nazioni a rischio, una su 4 nel mondo.Walter Nanni, dell’ufficio studi di Caritas italiana, ha sottolineato invece l’aumento dell’oblio degli italiani rispetto alle guerre, visto che il 20%, secondo la ricerca, non ne ricorda nemmeno una. Poco più alta, del 28%, è la percentuale di chi ricorda qualche emergenza ambientale. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, si è detto preoccupato per il 30% di giovani che non sa dire nemmeno un nome di una guerra in corso, nonostante l’uso delle nuove tecnologie. Da qui la necessità, per la Chiesa, della sfida educativa. Don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, ha invitato i media, quando si parla di situazioni come il conflitto di Gaza, a non schierarsi da una parte o dall’altra, ma a cercare di comprenderne le ragioni in profondità. Padre Lorenzo Prezzi, direttore de Il Regno, ha poi ricordato l’interesse personale di Benedetto XVI e l’attenzione recente della Chiesa sulle questioni ambientali, punto d’incontro e d’intesa anche nel dialogo tra confessioni cristiane.Sir