Italia

CONFERENZA FAMIGLIA: DONATI (OSSERVATORIO), UN DIVERSO ASSETTO DEL WELFARE

Due o tre mesi per giungere alla versione definitiva del “Piano nazionale per la famiglia”, che poi “dovrà essere valutato dal governo, avere il parere della Conferenza Stato-Regioni, passare nelle commissioni parlamentari e da ultimo tornare al governo per la decisione finale”. In un’intervista al SIR Pierpaolo Donati, direttore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia, fa un bilancio della Conferenza nazionale della famiglia che si è chiusa oggi pomeriggio (10 novembre) a Milano. “Qui – rileva Donati – è emersa la grande ricchezza della società civile per realizzare delle vere politiche familiari, soprattutto a livello locale”, e se “sullo sfondo c’è certamente lo Stato sociale, in particolare nella sua nuova espressione federalista”, “la novità è rappresentata dall’estrema ricchezza di esperienze in atto nei territori, spesso poco conosciute”. La Conferenza, insomma, “ha espresso una nuova cultura, che chiede di affrontare i problemi concreti con un diverso assetto del welfare”. Il direttore tecnico-scientifico dell’Osservatorio interviene anche in merito alle risorse finanziarie per la famiglia: proprio in questi giorni sono emerse delle criticità, dai tagli ai fondi per le adozioni internazionali lamentati dall’Aibi alla riduzione del numero di consultori familiari, fino alla denuncia dell’economista Luigi Campiglio, secondo il quale in 15 anni i fondi a disposizione della famiglia (come gli assegni familiari e i contributi per la maternità) sono diminuiti di oltre 11 miliardi di euro. “Certamente – commenta Donati – c’è un problema di spesa, e io stesso ho lamentato gravissimi tagli per quanto riguarda le politiche familiari – il fondo per la famiglia è stato ridotto a meno della metà nella prospettiva della legge di stabilità –, mentre negli ultimi anni c’è stato un deprezzamento degli aiuti finanziari ed economici alle famiglie”. “Ma il problema – aggiunge – non è chiedere più soldi allo Stato, come fosse una mucca da mungere all’infinito. In presenza di scarsità di risorse, piuttosto, tutti gli attori della società civile devono contribuire: le imprese con un welfare familiare aziendale, le fondazioni bancarie dando priorità alle politiche familiari sul territorio, le associazioni di categoria creando le condizioni per servizi ‘family friendly’, i comuni adottando formule favorevoli alle famiglie numerose senza costi aggiuntivi”.Sir