Toscana

Confcommercio: in Toscana la tazzina di caffè sfida la crisi

La tazzina di caffè sfida la crisi. Malgrado il calo generale degli acquisti, la fedeltà dei consumatori in Toscana fa sì non si assista almeno per il momento a un ridimensionamento delle vendite. «Comunque – commenta il presidente FIPE Confcommercio Toscana, Aldo Cursano – per gli oltre 9 mila bar dislocati dei 287 comuni della regione riuscire a far quadrare i conti è sempre più dura, considerati l’aumento delle materie prime e dei costi d’esercizio, personale compreso, ma soprattutto la pressione fiscale sempre più forte. Mentre il prezzo del caffè è rimasto pressoché invariato: di media si va dai 90 centesimi di Grosseto ai 99 di Firenze, mentre per un cappuccino ne servono tra i 20 e i 40 in più).

Un aumento dei costi che sta mettendo in difficoltà le imprese, già costrette a fare fronte ad una tendenza ormai generalizzata del consumatore a mirare al risparmio. «I nostri bar – continua – stanno facendo sforzi considerevoli per tenere fermi i prezzi facendo pagare la tazzina di caffè, il prodotto di punta di ogni esercizio, ad un prezzo che non ha eguali in Europa e davanti a costi sempre crescenti, a cominciare dal’Imu e dalla Res, il nuovo tributo sui rifiuti. Nell’ultimo anno  la dinamica dei prezzi nella caffetteria si è mantenuta largamente al di sotto dell’inflazione, ma questo tentativo di non ritoccare i listini comporta una progressiva erosione degli utili delle imprese, che hanno già difficoltà evidenti a sopravvivere, figuriamoci ad investire per innovarsi, come invece il mercato richiederebbe. Gli operatori però sono consapevoli del fatto che in questo momento non è possibile applicare aumenti, senza penalizzare eccessivamente il consumatore e quindi determinare un ulteriore calo degli affari. Ragion per cui il prezzo della tazzina di caffè non subirà, almeno per il momento, variazioni. Anche perché – conclude Cursano – il ruolo del bar resta quello della casa fuori casa degli italiani, dove si può consumare a costi accessibili per tutti, come dimostra il forte sviluppo del “lunch” e dell’apericena, ideati proprio come formule che consentono di abbinare qualità e risparmio».

Con oltre 100 milioni di consumazioni all’anno e 1,2 milioni di clienti solo al mattino il bar rimane infatti il luogo preferito dai toscani per la colazione. Nei bar della Toscana sono occupate 23 mila persone, di cui 15 mila sono dipendenti e il 60% donne. Cresce anche il ruolo dell’imprenditoria straniera che si attesta sul 10,4% a livello regionale, mentre a Firenze si supera il 13%. Lo scontrino medio per la colazione è di 2,60 euro, per il lunch è invece di 7 euro.