Vita Chiesa
Conclave: P. Lombardi, solo i cardinali possono stabilire la data d’inizio
«Non c’è nessuno in Vaticano, neanche autorevolissimo», ha ribadito ricordando la legislazione vigente in materia, che può pronunciarsi in merito: «Può fare una scommessa, ma non può dire qualcosa fondata sul diritto». Domani, ha annunciato comunque il portavoce vaticano, nella Sala stampa della Santa Sede ci sarà un briefing con monsignor Arrieta per «una lettura insieme» della Costituzione apostolica «Universi dominici gregis».
«La possibilità del Motu Proprio è nelle mani del Santo Padre», ha confermato padre Lombardi: «Non sono in grado di anticiparne la pubblicazione in questo momento», ha aggiunto ribadendo quanto detto ieri, e cioè che il Papa «sta prendendo in considerazione» la pubblicazione del Motu Proprio. «Fino a quando non so con certezza che l’ha firmato, non posso dire altro».
«In queste circostanze straordinarie, le disposizioni relative ai rapporto con la comunità sacerdotale S. Pio X vengono affidate dal Santo Padre al prossimo Papa». Così padre Federico Lombardi, durante il briefing di oggi, in merito alla quale alcune indiscrezioni di stampa avevano ipotizzato la scadenza del 22 febbraio come momento in cui attendersi una parola definitiva di Benedetto XVI, «quasi che il 22 febbraio fosse il termine definitivo di chiarimento, di conclusione della situazione», ha commentato padre Lombardi smentendo tale notizia. «Non c’è da aspettarsi una decisione» del Papa «come se fosse imminente e definitiva», ha precisato il portavoce vaticano.
«Non stiamo a correre dietro a tutte le illazioni, le fantasie, le opinioni che vengono espresse su questo punto». È l’invito rivolto oggi ai giornalisti da padre Federico Lombardi, che nel briefing odierno ha fatto riferimento ad articoli di stampa che riferiscono del rapporto fatto al Papa dai tre cardinali Herranz, Tomko e De Giorgi sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano. «Ho sentito il card. Herranz», ha detto Lombardi ai presenti: «Non vi dovete aspettare commenti, smentite, conferme di quanto detto». Poi, illustrando la «linea» della Santa Sede in materia, padre Lombardi ha spiegato: «La Commissione ha fatto il suo lavoro, lo ha offerto nelle mani del Santo Padre. I tre cardinali hanno concordato la linea di non rispondere su questo tema e di non concedere neanche interviste». Poi il portavoce vaticano si è soffermato su quella che ha definito una «piccola curiosità, al termine della prima puntata di un giornale italiano» su questo argomento.
«Nell’ultimo giorno del suo pontificato, Benedetto XVI riceverà i tre cardinali in udienza privata», si legge nell’articolo in questione. «Come sapete – ha obiettato il portavoce vaticano – il Papa non riceve i cardinali nell’ultimo giorno», né «subito dopo vedrà i vescovi e i fedeli slovacchi in Santa Maria Maggiore», come si legge nell’articolo: «Non ha senso – la smentita di padre Lombardi – il Papa non va a fare un’udienza pubblica in Santa Maria Maggiore, fa l’udienza in piazza San Pietro». Perfino il Santo citato sul finale dell’articolo – San Procopio il Decapolita – «è il quinto santo del martirologio di quel giorno. È stato trovato con molta cura», il commento di padre Lombardi, che ha chiosato: «Non c’è una competenza sugli argomenti vaticani, da parte di chi ha scritto».
Poi il portavoce vaticano ha allargato il discorso alla «serie di commenti e osservazioni che tendono a esercitare opinioni, pressioni», e a descrivere la rinuncia del Papa e il clima tra i cardinali «in termini di conflitti, tensioni, organizzazioni di gruppi». Una tendenza, per padre Lombardi, «naturale e prevedibile in una situazione di questo tipo», ma che «in massima parte» delinea «una prospettiva totalmente estranea a quella che il Papa e la Chiesa invitano a vivere su questo tema». «C’è un aspetto spirituale positivo, profondo – ha testimoniato il portavoce vaticano – con cui il Papa sta vivendo questi giorni, e noi con lui, nel periodo di preparazione alla Sede vacante e all’elezione del nuovo Pontefice». Quello di Benedetto XVI, in altre parole, «è un accompagnamento in un tempo di riflessione profonda, di ricerca spirituale» orientata a «qualcosa che sia il bene della Chiesa e il suo servizio all’umanità». Tutto questo «senza scadere in considerazioni troppo lontane dall’intenzione spirituale» del Papa e dalla «responsabilità a servizio del Vangelo, con cui la Chiesa si muove in questo tempo».