Vita Chiesa
Concistoro: p. Lombardi, «Arrivati al C9 un centinaio di contributi»
«Si è trattato di un intervento – ha spiegato il portavoce vaticano – di carattere storico, esplicativo del cammino del C9 e delle sue otto sessioni». «Il Papa ha usato questo Consiglio di Cardinali – ha proseguito il portavoce vaticano – anche per parlare di diversi altri argomenti, oltre alla riforma della Curia».
Ad esempio, «il regolamento del Sinodo e la preparazione dell’Assemblea sinodale straordinaria, la Commissione pontificia per la tutela dei minori, l’audizione delle due Commissioni economiche (la Cosea e lo Ior) di carattere economico e l’audizione per i media vaticani». Dopo il saluto del cardinale Angelo Sodano e il discorso introduttivo del Papa, i cardinali presenti al Concistoro – 160 nella prima conta, poi arrivati a 165, ha riferito padre Lombardi precisando che «stanno ancora arrivando» – hanno ascoltato le due relazioni del card. Maradiaga e di monsignor Marcello Semeraro, rispettivamente coordinatore e segretario del C9. Poi 12 interventi liberi, che continueranno questo pomeriggio dalle 17 alle 19.
La riforma della Curia Romana va verso la costituzione di due nuove Congregazioni Pontificie: una che raggruppa gli ambiti «laici-famiglia-vita», l’altra gli ambiti «carità-giustizia-pace». Lo ha confermarlo padre Federico Lombardi, che nel briefing di oggi ha reso noto come la relazione di monsignor Semeraro al Concistoro, nella seconda parte, ha offerto un «profilo teologico» di queste nuove Congregazioni, a partire dal Concilio Vaticano II. La «visione ecclesiologica e teologica» della prima delle due nuove Congregazioni – ha spiegato monsignor Semeraro, secondo quanto riferito da padre Lombardi – «parte dall’importanza del laicato e dal suo legame con la famiglia e con la vita», mentre il secondo nuovo dicastero prende le mosse «dalla carità come dimensione fondamentale dell’essenza e dell’esistenza della missione della Chiesa, e della giustizia come conseguenza collegata alla carità». I Dicasteri interessati a questo secondo ambito – ha precisato padre Lombardi – saranno Cor Unum, Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace, Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari e per i migranti, «ma ci sarà che un uovo settore di sviluppo: l’ambiente e la salvaguardia del creato, dal punto di vista umano e sociale, non solo ambientale».
«Mi sembra impensabile che ci sia un laico a capo di una Congregazione», ha detto padre Federico Lombardi, rispondendo alla domanda di un giornalista nel briefing di oggi. «Non è realisticamente prevedibile», ha precisato, facendo però una distinzione tra chi sarà a capo dei due nuovi Dicasteri e altri «organismi che non implicano questo tipo di giurisdizione». «Abbiamo già adesso, in alcuni Dicasteri – ha ricordato padre Lombardi – sottosegretarie religiose». Interpellato sulla creazione, oltre alle due nuove Congregazioni annunciate, di un «terzo polo» che raggruppi la Congregazione per l’educazione cattolica, il Pontificio Consiglio della cultura, i Musei Vaticani, la Specola e l’Archivio vaticano, padre Lombardi ha risposto che «oggi non se ne è parlato, né nella relazione, né negli interventi». Qualche proposta, invece, è stata avanzata riguardo alle Accademie Pontificie, per le quali ci si è chiesti «se farle rimanere autonome o creare un riferimento più stretto con qualche altro organismo», legando ad esempio la Pontificia Accademia per la vita al dicastero per laici-famiglia-vita e l’Accademia delle Scienze Sociali con il Pontificio Consiglio giustizia e pace.
I tempi della riforma della Curia sono «abbastanza lunghi», ha ribadito padre Federico Lombardi, precisando che «non c’è un rullino di marcia stabilito: occorrono diversi passaggi e persone competenti per la stesura di un documento giuridico che deve essere molto preciso», per poi dare luogo «a una bozza che possa servire per ulteriori riflessioni». «Se i tempi sono così prolungati – ha aggiunto il portavoce vaticano – nulla impedisce che il processo di riforma individui e avvii risultati più specifici che possono dare luogo ad attuazioni sperimentali, poi riprese nella stesura finale del documento». «Il fatto che non ci siano ancora gli Statuti – ha proseguito il portavoce vaticano – non vuol dire che non ci siano competenze specifiche affidate: potrebbe funzionare come stanno funzionando adesso i dicasteri».
«Non si pensa a una figura aggiuntiva» che svolga il ruolo di «moderatore» all’intero della Curia Romana, ha precisato p. Lombardi, durante il briefing di oggi, relativo al dibattito tra i cardinali riuniti in Concistoro. «Il compito di moderazione – ha ricordato il portavoce vaticano – rientra nei compiti della segreteria di Stato, e normalmente è al Sostituto che spetta questo tipo di funzioni». «Non si pensa a un moderatore di Curia distinto dalle funzioni che già esistono», ha chiosato padre Lombardi, ricordando che la proposta fatta a suo tempo dal cardinale Coccopalmerio «si riferiva ad una figura che esiste nelle Curie diocesane, senza però dire chi e come doveva esercitarla».
«La natura e le funzioni della Curia Romana, con riferimento al rapporto con le Conferenze episcopali; i principi di semplificazione e razionalizzazione della molteplicità dei dicasteri e degli organismi; il ruolo della segreteria di Stato e l’aspetto di coordinamento dell’insieme della vita della Curia e della collaborazione tra i diversi dicasteri». Sono questi alcuni temi trattati da monsignor Semeraro al Concistoro di oggi, nella prima parte del suo intervento. Altri argomenti toccati dalla relazione del segretario del C9: il rapporto tra «collegialità» e «sinodalità» – oggetto anche di alcuni interventi liberi – ma anche le considerazioni «sulla qualità del personale», con riferimento «al rapporto tra i religiosi ma anche alla presenza dei laici nel servizio dei diversi Dicasteri».
Quanto ai temi dei 12 interventi liberi di stamattina, padre Lombardi ha fatto notare che «sono stati per lo più di persone che conoscono bene la Curia e i suoi meccanismi». Alcuni cardinali hanno fatto notare che «la questione della riforma della Curia si inserisce in una questione piuttosto articolata, la cui ampiezza e profondità è data dal contesto in cui si inserisce». «Per collaborare con il Santo Padre – hanno fatto notare alcuni porporati – non c’è solo la Curia, ma il Collegio cardinalizio e il Sinodo dei vescovi, e bisogna trovare il modo di far capire il rapporto tra queste realtà».
«La collaborazione e la coordinazione dei diversi organismi di Curia – hanno osservato alcuni cardinali negli interventi liberi di stamattina – non dipende solo dall’accorpamento o dalla riorganizzazione, ma dalla capacità e volontà di collaborare di chi ne è responsabile». Diversi interventi liberi hanno riguardato «la Segreteria di Stato e il suo ruolo di coordinamento all’interno della Curia». Un accento particolare, infine, è stato messo «sulla formazione del personale, con un riferimento alla cura della spiritualità delle persone che lavorano in Curia». A questo proposito, c’è stato tra i cardinali chi ha proposto «la mobilità a rotazione per evitare il clima di routine», e altri invece che «hanno evidenziato l’importanza della competenza e l’esperienza specifica richiesta per esercitare certe funzioni».