Vita Chiesa
Con Toniolo diventa beato un padre della Dottrina sociale
In una delle sue ultime udienze generali, ricevendo aderenti all’Azione Cattolica, il Servo di Dio Paolo VI ebbe a dire: «Quando potremo beatificare Giuseppe Toniolo?». Da quell’udienza sono trascorsi oltre trent’anni e il desiderio di Papa Montini si è finalmente compiuto con la firma del decreto con il quale è stato riconosciuto un miracolo per l’intercessione del Venerabile Toniolo che spalanca la porta alla auspicata beatificazione.
Giuseppe Toniolo è senza dubbio uno dei personaggi più conosciuti della storia della Chiesa in Italia tra l’ottocento e il novecento per ciò che riguarda la riflessione e l’azione circa la Dottrina sociale della Chiesa; e sicuramente, nel laicato cattolico, è stato uno dei «padri» che hanno promosso e sostenuto l’elaborazione di questa Dottrina e l’hanno applicata nella concretezza del vivere sociale in un rapporto sempre molto stretto con la gerarchia ecclesiastica e soprattutto con il Papa.
Proprio per questo è emozionante prendere in mano le diverse lettere interamente autografe, scritte da S. Pio X a Toniolo tra il 1907 e il 1912 – conservate nell’Arcivescovado di Pisa – che manifestano la grande familiarità con la quale Papa Sarto si rapportava a Toniolo, l’attenzione del Papa alla moglie e ai figli del Professore di Pisa e, insieme, la chiarezza con la quale il Papa spesso rispondeva senza intermediazioni alle sollecitazioni e alle domande di Toniolo.
Significativa quella del 30 settembre 1907 nella quale S.Pio X scriveva: «Egregio Professore, le mie congratulazioni pel bel successo della Settimana Sociale, reso più significante dalle escandescenze della teppa: escandescenze, che avrà certo tollerate in pace il buon Prof. Toniolo colla sua Signora ripetendo il Beati qui persecutionem patiuntur propter justitiam, e il Signore terrà conto anche di questo».
Collegando l’opera e la testimonianza offerta da Toniolo in occasione della Settimana Sociale del 1907 alle Beatitudini evangeliche, Papa Sarto mostra la pista che è indispensabile seguire per comprendere il senso più profondo della beatificazione che verrà celebrata per Toniolo e cioè che santità è vivere la vita cristiana nell’ottica delle beatitudini del Vangelo per cui ciò che ognuno è chiamato ad essere e a fare deve sempre essere in relazione a Cristo, perché fatto sempre con Lui e per Lui.
In un’altra lettera del 3 aprile 1908, Pio X scrive: «per quanto posso La prego di non insistere sull’argomento delle dimissioni, perché sarebbe lo stesso che distruggere tutto il bene che si è ottenuto. Levata la pietra fondamentale, la fabbrica rovina. Riconosco il sacrificio che Ella fa, gravissimo anche per le sue condizioni; ma almeno fino a tanto che si troverà l’uomo che possa convenientemente sostituirLa, porti la croce. In tutto poi che posso (ed Ella deve parlarmi in libertà) io non mancherò di esserLe di aiuto nella parte che più tanto interessa. Faccio a fidanza colla sua bontà, e come di favore ottenuto Le anticipo i ringraziamenti, impartendo di cuore a Lei e a tutti i suoi cari l’Apostolica Benedizione».
Pio X chiama Toniolo «pietra fondamentale» e lo definisce «buono». In effetti il cammino di vita di Giuseppe Toniolo, nella luce delle beatitudini, si è svolto sempre nella fedeltà al Signore, in obbedienza al Papa, nel servizio alla Chiesa e per il bene della società. Ora, con la beatificazione di questo Servo di Dio, la Chiesa ce lo presenta come modello da imitare e come intercessore da invocare perché ci aiuti a testimoniare la feconda vitalità che il Vangelo vissuto immette nella vita delle persone, delle famiglie e della società per un mondo che ha bisogno di esempi buoni capaci di offrire quelle pietre fondamentali su cui edificare la vera civiltà dell’amore.
LA SCHEDA