In una bella giornata di sole si è concluso, per i miei ragazzi, questo anno di catechismo. Sono ragazzi di prima media, l’anno della Parola di Dio. Ho cercato di avvicinarli alla Parola di Dio e soprattutto al Vangelo, a poco a poco, con l’attenzione a far sì che potessero attualizzare la Scrittura, capendo e sperimentando che potevano confrontarsi con quello che c’è scritto nel Vangelo, e passare dalla vita al Vangelo e dal Vangelo alla vita. Ho cercato di adottare le tecniche di comunicazione che avessero un’efficacia comunicativa e li aiutassero a considerare Gesù vivo e presente nella loro vita. Arduo compito!Abbiamo concluso con una piccola celebrazione per la consegna del Vangelo, in chiesa con il nostro parroco, un momento importante, che abbiamo voluto rendere tale preparando una semplice paraliturgia. Li guardo con il loro Vangelo in mano, contenti. Chissà, penso tra me e me cosa ne faranno: lo dimenticheranno in qualche angolo disordinato della loro camera o lo riporranno in un posto sicuro, un po’ segreto e magari lo apriranno ogni tanto, quando nessuno li vede? Non sta a me saperlo. Dio Padre, che vede nel segreto Penso ai catechisti della nostra diocesi, questo è il momento in cui ci interroghiamo sull’anno appena concluso. Quante domande, dubbi, qualche rimpianto, molte gioie, fa parte tutto del nostro compito: annunciare. Forse a volte perdiamo di vista il nostro compito fondamentale: «Andate ed annunciate», ha detto Gesù ai suoi e lo ha ripetuto anche a noi, il Vescovo nel mandato all’inizio dell’anno.Il mandato, ne cogliamo l’importanza? Non siamo noi che decidiamo, ma c’è un Altro che ci ha scelto, noi abbiamo detto semplicemente di sì. Il mondo ha tanto bisogno della speranza che nasce dall’annuncio di salvezza, di sapere che Dio ci ama come figli, «come crederanno se nessuno annuncerà». È questa la spinta che ogni anno ci fa dire il nostro sì, fa mettere al servizio della Chiesa le nostre energie, il nostro tempo.Poi, strada facendo, si affacciano i soliti problemi ed in questo tempo di bilanci ci chiediamo se l’iniziazione cristiana, così com’è, è ancora proponibile per le nuove generazioni, perché i ragazzi hanno frequentato poco gli incontri, se abbiamo fatto tutto quello che avevamo programmato, cosa si è tralasciato, se abbiamo preparato bene il terreno per la semina e cosa si sarebbe potuto fare di più o di diverso. E ancora: cosa cancelleremmo di questa esperienza e cosa invece si vuol tenere stretto al cuore. E i genitori sono stati coinvolti o si sono lasciati coinvolgere? E in parrocchia, con il parroco e gli altri catechisti, come sono andate le cose? Quanti se, quanti ma, quanti però, ma anche quanti «grazie Signore per ciò che mi hai fatto vivere!».Come Equipe Diocesana, abbiamo incontrato, in questi mesi, molti catechisti e abbiamo condiviso sia la gioia dell’annuncio sia le difficoltà cercando di dare risposte adeguate che ci aiutino a fare al meglio il compito che ci è stato affidato. Utilizzare le nostre esperienze buone o meno buone per continuare insieme il cammino che ci aspetta. Ed ecco la nostra proposta che è anche una richiesta: durante l’estate scrivi all’equipe, racconta la tua esperienza, fai presente le tue proposte, le richieste, le idee i desideri, qual è il catechismo che sogno. Ci aiuterai a programmare meglio il lavoro e ad entrare sempre più in comunicazione gli uni con gli altri.Puoi spedire il tuo pensiero ai seguenti recapiti: catechistico@diocesi.arezzo.itUfficio Catechistico Diocesano, via Ricasoli 3. 52100 Arezzo.A tutti voi un grazie di cuore e buone vacanze!Isa Cini Ponticelli