Prato
Con cinquanta euro è possibile rendere libera una bambina del Togo come Nerissa, diventata avvocato a Washington
Il volantino di invito alla donazione è volutamente provocatorio ed è realizzato per «colpire» allo stomaco tutti coloro che si apprestano a vivere le feste natalizie al caldo e lontano dalle preoccupazioni. «Fai fallire il Natale delle multinazionali! Con 50 euro fai di me una donna libera!», scrive l’associazione il Colibrì, fondata a Prato più di venti anni fa con lo scopo di aiutare e sostenere le zone povere del mondo. Nell’immagine sulla locandina si vede in primo piano una bellissima e pensierosa bambina africana fotografata in un ambiente povero e spoglio.
Davvero con una banconota da 50 euro è possibile «liberare» una donna in Africa? «Sì, basta un piccolo gesto solidale per dare un futuro a tutti quei bambini che non riescono ad andare a scuola a causa delle loro condizioni economiche», dice Giovanni Lenzi del Colibrì. Lui e l’associazione sono impegnati dal 1995 con un progetto a favore delle popolazioni rurali del Togo, piccolo paese africano stretto tra il Ghana e il Benin. Lì c’è una abbandono scolastico altissimo, solo un bimbo su tre riceve una istruzione di base, «e si tratta solo di maschi, sono pochissime le femmine che frequentano la scuola di base dai 6 ai 12 anni», aggiunge Lenzi.
(Nerissa, la bambina con le treccine, a dieci anni in una foto di gruppo scattata nel Togo)
In venti anni il Colibrì ha costruito a Prato una rete di quaranta famiglie che ha preso in adozione una ottantina di bambini del Togo. «Con meno di cento euro all’anno possiamo far studiare uno di loro – dice ancora Giovanni Lenzi -, molti “genitori adottivi” scelgono di seguire il bambino sostenuto oltre il percorso scolastico, in questo modo si riesce a creare persone libere e indipendenti». Per fare un esempio dei risultati che è possibile ottenere con il progetto Togo, Giovanni racconta la storia di Nerissa: «viene da una famiglia povera, ha studiato grazie al contributo della nostra associazione e adesso è diventata addirittura un avvocato negli Stati Uniti!».
I bambini sostenuti sono individuati attraverso il contatto con l’associazione locale Grad, sono loro a selezionare le famiglie bisognose e a pagare la scuola per accogliere gli alunni. «Se vogliamo veramente risolvere il fenomeno delle migrazioni verso l’Europa – conclude Lenzi – non dobbiamo solo portare pane e lavoro in Africa, ci vuole anche e soprattutto la cultura. Una bambina istruita è padrona della sua libertà».
Chi volesse conoscere le attività de il Colibrì e sostenere il progetto Togo – ne hanno uno anche in Brasile – può visitare il sito web e la pagina Facebook.
(Nerissa il giorno della laurea in giurisprudenza negli Stati Uniti)