Italia

COMUNICAZIONI: 250 MILIONI DI UTENTI INTERNET NELL’UNIONE EUROPEA

Imprese e servizi pubblici, ma anche scuole e medici di base: internet è entrato nella vita quotidiana degli europei e oltre la metà dei cittadini usa regolarmente la rete. Secondo i dati resi noti oggi dalla Commissione, “l’80% degli utenti ha una connessione a banda larga e il 60% dei servizi pubblici nell’Ue è integralmente disponibile in rete”. “Grazie alla rapida diffusione della banda larga, i due terzi delle scuole e la metà dei medici usano connessioni veloci”. Cifre sorprendenti, quelle offerte dall’Esecutivo, che richiederebbero ulteriori conferme. La commissaria Viviane Reding, responsabile della società dell’informazione, le rende note mediante una relazione sull’iniziativa i2010, che costituisce la strategia digitale comunitaria per la crescita e l’occupazione. “La strategia, concordata nel 2005, ha favorito l’assunzione di un forte impegno nelle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (Tic) a livello Ue e nazionale”, spiega. “Questa tendenza contribuisce a rafforzare la competitività dell’Europa a livello internazionale e a modernizzare la vita quotidiana degli europei”.

Nel presentare la ricerca su i2010, Viviane Reding tuttavia aggiunge: “Alcune regioni dell’Ue sono ancora in ritardo e non sono completamente connesse. I paesi aderenti devono quindi potenziare gli sforzi per colmare queste lacune e migliorare i servizi transfrontalieri di comunicazione così come quelli che raggiungono anche le regioni rurali e periferiche”. Secondo la Commissione, “nel 2007 internet ha attirato quasi 40 milioni di nuovi utenti regolari”, che oggi sarebbero 250 milioni. “Negli ultimi cinque anni le Tic hanno avuto un impatto notevole sui servizi pubblici, soprattutto mettendo in rete l’istruzione e la sanità: oltre il 96% delle scuole in Europa è connesso a internet e i due terzi hanno una connessione a banda larga, mentre nel 2001 la percentuale era praticamente uguale a zero”. Nel settore della sanità “il 57% dei medici invia o riceve per via telematica i dati dei pazienti (il 17% nel 2002) e il 46% riceve i risultati degli esami di laboratorio in formato elettronico”: erano l’11% nel 2002. Lo scorso anno, inoltre, il 77% delle imprese europee disponeva di una connessione a banda larga e la stessa percentuale di aziende “utilizza internet per le operazioni bancarie”.

Non mancano nella relazione della Commissione sul web in Europa alcuni problemi che andranno affrontati in futuro. Anzitutto occorrerà accrescere la ricerca nel settore delle tecnologie dell’informazione. Infatti “nonostante le attività di ricerca Tic siano intense, fino a raggiungere livelli superiori agli Usa in Svezia, Finlandia e Danimarca”, sono molto limitate in diversi paesi, fra cui Slovacchia, Lettonia e Polonia. In secondo luogo si rileva che “il 40% degli europei non usa mai internet: le percentuali oscillano fra il 69% in Romania e 65% in Bulgaria e il 13% di Danimarca e Paesi Bassi”. Ancora: mentre in alcuni paesi, come Austria, Repubblica ceca, Malta e Portogallo, “il 100% dei servizi pubblici di base per le imprese è integralmente disponibile in rete, in altri la percentuale è invece molto inferiore: il 15% in Bulgaria, il 25% in Polonia e il 30% in Lettonia”. Per questo a maggio “la Commissione lancerà una serie di progetti su larga scala per sostenere i servizi pubblici paneuropei, come i servizi transfrontalieri di identificazione o di firma elettronica”.

Sir