Siamo al passaggio da un mondo materiale ad un mondo fluido, nel quale il confine tra il reale e l’immaginario è sempre più labile; sta cambiando anche la sensorialità e la comunicazione sta diventando omeopatica, mentre è iniziata la cultura del quantum e per la prima volta l’umanità si sta auto-organizzando a livello globale di fronte alle sfide della pace e dell’ambiente. Ad affermarlo Derrick De Kerckhove, principale allievo del massmediologo McLuhan e direttore del Programma McLuhan in cultura e tecnologia all’Università di Toronto (Canada), intervenuto questo pomeriggio al convegno sulla comunicazione alla Pontificia Università Lateranense con una riflessione sui social network. Dopo avere illustrato le straordinarie potenzialità dell’intelligenza connettiva De Kerckhove ha osservato che oggi vi è una tendenza alla autoconfessione generale: i giovani hanno bisogno di lateralizzarsi perché hanno per lo più smarrito la dimensione della profondità. Il vero valore è con chi siamo e dove andiamo insieme: la relazione conta più del contenuto della rete. Del resto, ha aggiunto, stiamo vivendo il momento di maggiore incertezza e precarietà del secondo dopoguerra. La gente ha timore di sparire a livello sociale, culturale ed economico e per questo cerca un modo di esserci. In questo orizzonte, per De Kerckhove dobbiamo educare le persone, e in particolare i giovani, a saper stare in una realtà reale, non sorella del sogno, a dare insomma la giusta importanza ai social network per le enormi potenzialità che recano con sé ma senza rinunciare alla vita reale. Al centro del social network ha spiegato ancora l’esperto si colloca il core group, il gruppo più forte, ma il social network comprende anche i gruppi di periferia. Sei i gradi di separazione fra le persone nel mondo: Nella rete di conoscenze che tutti abbiamo sono ancora parole del docente bastano sei passaggi di grado per conoscere chiunque: una lateralizzazione delle conoscenze che assume una precisa dimensione matematica. Ogni membro di social network è infatti potenzialmente reperibile sulla rete che diventa così una mappa con enormi potenzialità relazionali. Una questione, tuttavia, da trattare con cautela, avverte. Chi è il proprietario reale del social network? Che uso ne può fare? Quali conseguenze potrebbe avere per una persona l’avere lasciato nel web un archivio permanente di informazioni su di sé che in futuro potrebbero rivelarsi controproducenti?, si chiede l’esperto, che mette inoltre in guardia dai possibili rischi di furto o manomissione della propria identità, un problema etico ma anche un reato che il software dovrà essere in grado di prevenire.Sir