Cultura & Società
COMUNICAZIONE: CONVEGNO WEBMASTER CATTOLICI; NUOVA CULTURA MEDIALE, PERCORSI EDUCATIVI, VIDEOGIOCHI
L’universo dei media costituisce l’orizzonte culturale proprio del nostro tempo, ossia l’areopago nel quale siamo chiamati a proclamare il Vangelo e a confrontarci con quanti a diversi livelli vi operano e lo abitano. È quanto ha ricordato mons. Giuseppe Lorizio, docente alla Pontificia Università Lateranense, intervenendo oggi al convegno promosso da WeCa (associazione dei webmaster cattolici; www.weca.it), su Le nuove tecnologie: una risorsa educativa (Perugia, 18-19 maggio). I mass media, ha proseguito Lorizio, non sono semplici strumenti, ma una sorta di nuovo mondo, che l’uomo del nostro tempo abita, spesso inconsapevolmente, e nel quale si muove lasciandosi incantare dalla dovizia delle risorse e dal fascino delle sirene, che attraverso i monitors giungono nel suo ambiente di lavoro, fino a casa sua. Per il docente, si tratta di un’esperienza ricca di prospettive, ma non esente da rischi, nella quale si va disegnando una nuova immagine dell’umano e attraverso la quale l’uomo si pensa in modo diverso rispetto a un passato che, per quanto cronologicamente recente, viene percepito come sempre più distante e lontano. Per questo, ha sottolineato Lorizio, il nodo antropologico implicato in queste profonde trasformazioni è decisivo e ad esso risulta connessa la problematica educativa.
La riflessione su educazione e nuovi media deve riconoscere che questi ultimi sono strumenti, dunque a disposizione di chi li usa, senza però dimenticare la loro componente di geografia cognitivo-comunicativa, ampiamente indipendente dalle scelte delle singole persone. Ne è convinto Lorenzo Cantoni, docente all’Università della Svizzera italiana di Lugano, che al convegno dei webmaster cattolici è intervenuto sul tema Educare lo sguardo, educare le menti. Quale rapporto fra educazione e nuovi media? Cantoni, seguendo la traccia del messaggio del Papa per 41ª la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (20 maggio), ha indicato due percorsi complementari: L’uno orientato agli educatori e ai fruitori, l’altro ai produttori dei messaggi. Rispetto ai primi, si tratta di affrontare le tematiche della capacità di valutare l’autorevolezza delle fonti, d’integrare in modo saggio le tecnologie digitali nell’esperienza formativa e nella dieta mediale complessiva. Il lavoro educativo è chiamato a indagare le tante opportunità offerte, senza cadere in ingenuità o approcci ideologici. Rispetto ai produttori dei messaggi, la riflessione incontrerà soprattutto le dimensioni della qualità e della rilevanza, così come quella del posizionamento sui motori di ricerca e dell’analisi degli usi.
Un videogioco, se realizzato e scelto con cura, può essere vettore di valori e cultura. Lo ha detto oggi Roberto Genovesi, vicedirettore RaiSat, al convegno dei webmaster cattolici, intervenendo su I computer games nelle relazioni familiari e nei luoghi formativi. Dopo aver ricordato che vi sono diversi strumenti per evitare videogiochi dai contenuti problematici tra cui il codice PEGI, istituito nel 2003 in tutti i Paesi europei Genovesi ha affermato che la vera svolta educativa può venire dall’introduzione di una formula didattica che integri le formule classiche di insegnamento con l’uso creativo della sintassi dei videogiochi. Da qui l’impegno per gli adulti a una energica formazione culturale e tecnologica: Oggi più che mai ha detto – i valori hanno bisogno di una cornice estetica accattivante e i videogiochi rappresentano l’involucro più appetibile per le giovani generazioni. Durante il convegno, è stata diffusa la prima ricerca su Parrocchie e internet, condotta da Paolo Mancini, docente all’Università di Perugia. Dalla ricerca emerge che l’86% delle parrocchie possiede un computer e il 16% un sito web. Il dato più interessante – ha commentato Mancini – è che nelle parrocchie c’è un notevole sviluppo di internet, nonostante il 50% dei parroci superi i 60 anni.