Vescovi Toscani
Comunicato Cet (14-15 marzo 2005)
I Vescovi della Toscana si sono riuniti nei giorni 14 e 15 marzo al santuario di Montenero (Livorno) per la sessione primaverile della Conferenza Episcopale Toscana.
L’Abate Generale dei Vallombrosani padre Lorenzo Russo ha rivolto ai Vescovi un saluto di benvenuto, ringraziando per l’interessamento e l’amore che le Diocesi toscane nutrono per questo santuario, visitato quotidianamente da innumerevoli pellegrini. L’Abate ha richiamato anche il ruolo degli istituti religiosi nella vita della Chiesa, e ha sottolineato la necessità di una sempre più stretta collaborazione, soprattutto in ordine alla pastorale vocazionale.
In apertura dei lavori l’Arcivescovo di Pisa Alessandro Plotti, Presidente della Cet, ha riferito sul recente Consiglio Permanente della Cei. I Vescovi hanno quindi proseguito la riflessione, già avviata nelle scorse assemblee, sulla formazione permanente del clero. Ha introdotto i lavori don Marcello Brunini, della Diocesi di Lucca. L’attenzione si è focalizzata su tre ambiti della vita presbiterale: il cammino spirituale, la vita affettiva, le dinamiche relazionali. È stata sottolineata l’esigenza e l’urgenza di rileggere il cammino spirituale legandolo direttamente al ministero pastorale, in un continuo passaggio da una fede sostenuta dalla consuetudine a una fede più personale e adulta, illuminata e convinta. La vita affettiva del presbitero va ritrovata nei suoi fondamenti teologali e antropologici. In proposito è bene domandarsi con maggiore attenzione quali condizioni pastorali, personali, relazionali e spirituali possono favorire un percorso di maturità spirituale ed umana. Infine è stata sottolineata la rilevanza, nella vita presbiterale, delle relazioni. C’è necessità di una rilettura in profondità della dinamica relazionale, affinché il presbitero si ponga nella comunità come persona di comunione e «luogo di incontro».
L’assemblea ha ascoltato con viva attenzione la relazione svolta da don Andrea Bellandi, Preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale con sede in Firenze, sulle attività svolte in questi ultimi anni dalla suddetta istituzione accademica, alla quale sono affiliati anche gli istituti teologici di Camaiore e di Siena. I Vescovi toscani hanno inoltre deliberato di venire incontro alle ingenti spese di gestione della Facoltà, attraverso il versamento di una quota annuale quale segno concreto del valore e dell’importanza che essi attribuiscono allo studio della teologia all’interno delle comunità cristiane, ai fini di una rinnovata evangelizzazione.
Il vescovo di Volterra Mansueto Bianchi, delegato della Conferenza episcopale toscana per la cultura e le comunicazioni sociali, ha illustrato la recente intesa siglata a livello nazionale per la tutela e la schedatura dei beni culturali di proprietà ecclesiastica. Il patrimonio artistico della Chiesa è al centro di una serie di attenzioni: ricopre interesse culturale, e può anche essere veicolo di promozione economica per il territorio. Ma non si deve dimenticare che il primo valore dell’arte sacra è quello religioso: è questo il contesto nel quale le singole opere devono essere collocate per essere comprese pienamente. La Chiesa in particolare riconosce nel suo patrimonio artistico un prezioso strumento di annuncio del Vangelo e di dialogo tra fede e cultura.
A proposito dei prossimi referendum, i Vescovi toscani hanno osservato che la legge n. 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita, pur non essendo perfetta per vari motivi, è la migliore possibile che nell’attuale contesto culturale e politico si potesse ottenere. È una legge da difendere anche per motivi razionali, accessibili a tutti, e non solo per motivi di fede, e soprattutto da non peggiorare. La Conferenza Episcopale Toscana sottolinea quindi che la non partecipazione al voto referendario, in base alla nostra Costituzione, ha piena legittimità e dignità e può essere intelligentemente percorsa. I quesiti referendari, affermano i Vescovi, pongono problemi molto seri come il diritto del concepito, la possibilità di manipolare la vita umana per sperimentazioni scientifiche, il diritto o meno del nascituro ad avere un padre che non sia anonimo. Pertanto è un dovere di tutti gli operatori pastorali, parroci, insegnanti, catechisti, responsabili delle associazioni e dei gruppi, promuovere un’informazione puntuale, capillare, scientificamente corretta.
La Conferenza Episcopale Toscana ha riflettuto anche sull’importanza della formazione per gli operatori sanitari, e sulla necessità di qualificare la presenza pastorale nel mondo della salute, per un più efficace impegno di evangelizzazione nel settore sanitario.
Nell’imminenza delle festività pasquali, i Vescovi toscani esortano i fedeli a partecipare con particolare disponibilità a quello splendido itinerario di fede che propone il Triduo Sacro della Pasqua del Signore. «Il solo e vero peccato è rimanere insensibili alla Resurrezione», diceva Isacco il Siro, un Padre della Chiesa antica. Nel giorno di Pasqua ogni cristiano è chiamato a proclamare la vittoria della vita sulla morte, perché Gesù, il Messia, è risorto per essere il vivente per sempre. La morte non è più l’ultima parola per gli uomini, ma è diventata un passaggio dalla vita terrena alla vita eterna. Il giorno di Pasqua, festa delle feste, chiama il cristiano a narrare agli uomini che la vita è più forte della morte, e chiede che questo si traduca nel costruire comunità in cui si viva realmente con spirito fraterno, nel perdonare senza chiedere reciprocità, nella gioia profonda che permane anche di fronte alle prove, nella compassione per ogni creatura e soprattutto per gli ultimi, i sofferenti, e nell’accettare con amore di spendere al propria vita per gli altri.
I vescovi toscani sul referendum e la legittimità dell’astensione