Toscana
Comuni toscani: con il Crid per sviluppare la cultura dell’accessibilità
«Dobbiamo portare avanti la cultura dell’accessibilità, rendendo consapevoli i sindaci e responsabilizzandoli sull’importanza di investire in interventi di abbattimento delle barriere architettoniche». E’ questo il monito del presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani, che sottolinea gli esiti positivi già dimostrati dal nuovo Centro Regionale di Documentazione e Informazione sull’Accessibilità (CRID) che ha sede a Scandicci (Firenze – via dei Ciliegi 26).
Il CRID permette di gestire, supportare e coordinare una serie di attività concernenti la diffusione di una cultura dell’accessibilità, oltre che le informazioni utili al miglioramento delle condizioni di vita dei soggetti con disabilità anche attraverso l’uso di nuove tecnologie. Ha una sua base scientifica e professionale che consente di dialogare e di supportare gli enti locali, i cittadini e le associazioni, al fine di poter dare soluzioni e risposte tempestive a coloro che hanno necessità di capire che cosa significa rendere una struttura, una casa, un museo, un giardino accessibili.
Il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani evidenzia come in montagna il problema dell’accessibilità sia ancora più sentito rispetto alla città. «Immaginate che cosa significa vivere in montagna per una persona che ha problemi di accessibilità, o di mobilità e non parlo solo di coloro che hanno alcune patologie, ma anche di molte persone che rientrano nelle fasce deboli della popolazione, come gli anziani, le donne in gravidanza, i minori. Come Uncem – sottolinea – chiediamo pertanto agli amministratori ed alla Regione di procedere a rivisitare la legge di pianificazione territoriale, che è adesso in fase di revisione per una serie di adeguamenti nazionali, e a mettere in campo le risorse necessarie per dare una mano ai Comuni, soprattutto quelli medio-piccoli, affinché questi possano implementare i nuovi piani strutturali e i piani per l’accessibilità».
«I “Peba”, i famosi piani per l’accessibilità sono obbligatori. Noi Comuni da tempo dovevamo farli, alcuni Comuni li hanno fatti, altri no. Così come sono obbligatori anche i piani strutturali, ma non tutti li hanno adeguati. Ricordo infatti che in Toscana abbiamo la metà dei Comuni ancora con piani strutturali che sono piani regolatori in salvaguardia. Oggigiorno il problema principale è che fare un piano strutturale costa, ma i Comuni non hanno le risorse necessarie per farlo e questo è molto limitante per il benessere della comunità e per garantire un buon livello della vita ai cittadini. Pensate agli enti locali che non hanno fatto neanche un piano strutturale: com’è possibile che facciano un piano di abbattimento barriere architettoniche, un piano acustico o un piano energetico? Bisogna lavorare su questo punto. Come UNCEM Toscana, insieme alla Provincia di Pistoia e grazie all’apporto scientifico dell’Università – conclude Giurlani – abbiamo definito le linee guida per i piani dell’accessibilità, in quanto bisogna avere una guida ed un riferimento comune per non rischiare che si creino delle disomogeneità».