Italia

Comunali. Istituto Cattaneo: ha straperso il centrosinistra

«Il primo verdetto è che c’è un chiaro sconfitto: il centrosinistra. Nelle sue «varie composizioni e combinazioni» controllava 43 Comuni su 76, il 56,6%, oggi resta alla guida di soli 27 (cioé è sceso al 35,5%, -21,1 punti). Sono cresciuti sensibilmente, invece, i Comuni amministrati dal centrodestra: erano 21 prima delle elezioni, oggi sono 33 (+20 punti). Anche le liste civiche, o indipendenti, hanno aumentato il numero di Comuni amministrati, da sette a 11, e cioé dal 9,2% al 14,5%. Pareggio invece per il M5s: cinque erano i comuni amministrati prima del voto di domenica e cinque restano.

Parte da questi numeri l’analisi dell’Istituto Cattaneo di Bologna alla luce degli esiti dei ballottaggi di domenica 24 giugno e appunto certifica: il quadro d’insieme «mostra chiaramente che l’unica forza politica con un bilancio in perdita nei Comuni esaminati è il centrosinistra». Nei municipi «oggi è il centrodestra l’attore dominante. Questo fenomeno segnala una certa difficoltà del Pd e dei suoi alleati di centrosinistra nell’affrontare la sfida del ballottaggio, non su tutto il territorio italiano, ma specialmente nelle zone dell’Italia centro-settentrionale».

Centrodestra dunque vero vincitore delle amministrative 2018 «grazie all’allargamento dei suoi consensi e alle vittorie già riportate nel corso del primo turno». Allargando lo sguardo a tutti i Comuni con oltre 15.000 abitanti andati al voto in queste elezioni (111, compresi i due Municipi romani), il centrodestra sorpassa il centrosinistra. Lo schieramento guidato dal Pd o composto da forze del centrosinistra controllava 61 Comuni (su 111) prima delle elezioni e oggi si ferma a 39: una perdita di 22 Comuni (-20 punti percentuali, dal 55 al 35%).

Al contrario, il centrodestra fa un balzo in avanti conquistando 19 comuni: ne amministrava 32 prima del voto e ora esprime la giunta di 51 municipalità. Questa espansione a livello comunale rende il centrodestra lo schieramento con più Comuni «superiori» amministrati rispetto a tutti i suoi sfidanti.

Nel suo insieme, prosegue il Cattaneo, «il bilancio è negativo -seppure in misura limitata- per il M5s«: da sei comuni passa ad cinque, mentre è positivo per le liste civiche, che allargano il loro controllo da 12 a 16 Comuni. Complessivamente, il governo comunale ha cambiato «colore» politico in 60 città su 111: la maggioranza uscente è stata sconfitta nella maggior parte dei casi (54% sul totale).

«Com’era lecito aspettarsi, è stato il centrosinistra a pagare il prezzo più alto in termini di cambi di governo, subendone 39 su 61 (pari al 64%). Anche il centrodestra ha subito un numero non marginale di alternanze ai suoi danni (13 su 32, cioé il 40,6%), ma è riuscito a “strappare” diversi comuni ai suoi concorrenti». Allo stesso modo, il M5s e le liste civiche perdono, rispettivamente, tre e cinque comuni. Nel caso del M5s le sconfitte a Roma (Municipio 3 e 8), Quarto e Ragusa sono compensate dalle vittorie a Imola, Avellino, Acireale, oltre che dalle conferme nelle città di Pomezia e Assemini.