Toscana
Comunali, ecco com’è andata nei 204 centri toscani
Per il resto, come nelle europee, il centrosinistra ha fatto man bassa, confermandosi ovunque alla guida dei centri dove si votava (Cortona in provincia di Arezzo; Bagno a Ripoli, Borgo San Lorenzo, Calenzano, Castelfiorentino, Empoli, Fucecchio, Lastra a Signa, Pontassieve, San Casciano Val di Pesa, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa in provincia di Firenze; Collesalvetti, Piombino e Rosignano Marittimo in provincia di Livorno; Capannori e Massarosa in provincia di Lucca; Ponsacco, Pontedera e San Miniato in provincia di Pisa; Montemurlo in provincia di Prato; Agliana e Monsummano Terme in provincia di Pistoia; Poggibonsi in provincia di Siena) nonché nel nuovo comune unito di Figline e Incisa Valdarno (anche questo in provincia di Firenze) dove anche i due sindaci uscenti appartenevano allo stesso schieramento. L’unica conquista, anzi riconquista, la troviamo in provincia di Pistoia e riguarda Pescia, il solo dei comuni non capoluogo a doppio turno in mano al centrodestra, dove Oreste Giurlani, vincendo con il 63,38%, ha ottenuto più del triplo dei voti di Luca Biscioni, sostenuto da Forza Italia e Nuovo Centro Destra – Udc, che si è fermato al 18,47, seguito dai candidati del Movimento Cinque Stelle e della lista civica Alleanza per Pescia.
Si può dire che il dato pesciatino fotografi, o dia in qualche modo la misura, della debacle del centrodestra che in Toscana – dove appena cinque anni fa aveva ottenuto i suoi migliori risultati a livello amministrativo – sembra stavolta essere andato ancor peggio che a livello nazionale, prova ne sia che in molti comuni della cintura fiorentina (Bagno a Ripoli, Scandicci, Sesto Fiorentino e Calenzano), complici anche alcune divisioni, nessuna lista di quest’area è andata in doppia cifra. E anche laddove Pd e alleati sono stati costretti al ballottaggio, solo a Follonica, Cecina e Montecatini Terme sarà la coalizione imperniata su Forza Italia, peraltro con un distacco iniziale che va dai 13 punti della città termale ai 20 di quella balneare maremmana; forbice ben superiore a quella di Colle Val d’Elsa, dove solo il 3,32% separa la candidata del centrosinistra Miriana Bucalossi (44,83%) da Paolo Canocchi della lista civica «Su per Colle» (41,51%), dov’è confluito il precedente schieramento di opposizione, con il grillino Roberto Galgani come terzo incomodo ormai fuori gioco, essendosi fermato al 13,50%. Oltre che a Livorno, saranno invece proprio i Cinque Stelle gli sfidanti nei casi di Certaldo e San Giuliano Terme, con distacchi iniziali abissali, quasi 29 punti nel primo caso e oltre 32 nel secondo. Si presenta infine come un derby di sinistra la partita di San Giovanni Valdarno, dove per meno di un punto Maurizio Viligiardi, sostenuto dal Pd e dalla civica «Città Futura», non è stato eletto al primo turno e dovrà quindi vedersela con Francesco Carbini, sostenuto dalle civiche «Cresce San Giovanni», «Sinistra per San Giovanni Valdarno» e «Valdarno Città».
Complessivamente, il miglior risultato del centrodestra è stato quello ottenuto dalla ex consigliera regionale Maria Pia Bertolucci, che a Capannori era riuscita a mettere insieme uno schieramento di cinque liste – Forza Italia, Udc, Ndc, Fratelli d’Italia e la sua civica «Insieme si può» – ma che si è fermata al 29,60% contro il 57,22 del sindaco eletto Luca Menesini.
Gli otto ballottaggi
Ma nei centri minori le sorprese non mancano
L’onda lunga del trionfo Pd non è comunque riuscita a infrangersi su tutti gli scogli che il centrosinistra aveva trovato cinque anni anni fa tra i piccoli comuni toscani, e anzi anche qualche altro è rimasto in modo del tutto inatteso all’asciutto. Tra i 167 centri sotto i 15 mila abitanti chiamati al voto, a fare scalpore è soprattutto il caso di Fiesole, dove il candidato cuperliano Andrea Cammelli si è fermato al 43,06% ed è stato, si può dire, superato a sinistra dalla lista civica «Cittadini per Fiesole» che aveva per candidato sindaco Anna Ravoni, ex esponente diessina e poi dem. Ma brucia anche, nell’arcipelago, la perdita di Portoferraio e di Rio nell’Elba, conquistate da civiche di centrodestra, così come pure, nella vicina Val di Cornia, è avvenuto per Suvereto, mentre l’inverso si è verificato per l’altro comune isolano di Campo nell’Elba. Sempre nell’isola, il centrodestra ha mantenuto Capoliveri e Marciana.
Perdite clamorose per i democratici, in provincia di Arezzo, sono senz’altro anche quelle di Pieve Santo Stefano, dove la candidata Miriam Pellegrini si è fermata al 31,54% lasciando la guida del comune ad Albano Bragagni di «Insieme per Pieve», di Castiglion Fiorentino, dove la lista civica sostenuta dal centrodestra «Libera Castiglioni», capitanata dal candidato sindaco Mario Agnelli, ha sbaragliato il campo con il 63,04% relegando «Democratici per Castiglioni» di Luigi Bittoni a un misero 19,65%, di poco superiore al 17,29 del Partito Comunista del Lavoratori di Giuseppe Mazzoli, e di Subbiano. Per contro, il Pd ha conquistato Badia Tedalda, Sestino e Talla lasciando comunque al centrodestra, che già li amministrava, Bibbiena e Monterchi. Mezza conquista dem anche quella del nuovo comune unito di Pratovecchio-Stia, dato che Pratovecchio era amministrato dal centrodestra.
Oltre al caso di Fiesole, in provincia di Firenze, c’è da segnalare il mantenimento di Firenzuola da parte del centrodestra, mentre al centrosinistra sono andati tutti gli altri compreso il nuovo comune unito di Scarperia-San Piero a Sieve.
In provincia di Grosseto l’Isola del Giglio resta al centrodestra, che conquista a sorpresa anche Magliano in Toscana. In provincia di Lucca il centrosinistra conquista Borgo a Mozzano, Castelnuovo Garfagnana, Molazzana e Pescaglia ma non riesce nell’impresa a Giuncugnano, Montecarlo, Sillano, Vagli Sotto e Villa Collemandina né nel nuovo comune unito di Fabbriche di Vergemoli, e per contro perde Castiglione di Garfagnana e Gallicano. In provincia di Massa Carrara non conquista Casola in Lunigiana e perde addirittura Aulla, Filattiera, Podenzana e Tresana.
Va bene ai democratici nei nuovi comuni uniti della provincia di Pisa, Casciana Terme-Lari e Crespina-Lorenzana, entrambi conquistati, così come Monteverdi Marittimo, dove l’altra volta aveva vinto una lista civica non riconducibile ad alcun schieramento. A Pd e alleati l’impresa non riesce invece nelle situazioni analoghe di Pomarance, Volterra e Casale Marittimo, né a Castelnuovo Val di Cecina dove si conferma invece il centrodestra. Per pochi voti il centrosinistra perde Chianni, che passa a una lista civica unitaria, e per uno solo (390 a 391) il centrosinistra perde anche Guardistallo, lasciandolo alla civica «Tutti insieme». Al contrario in provincia di Pistoia, all’Abetone, il sindaco uscente Giampiero Danti, che da indipendente ottiene stavolta anche il sostegno dei democratici, raggiunge la percentuale record del 93,81% lasciando solo il 6,18 a Giorgio Fabbri della civica «Noi… piccoli comuni montani». Sempre nella stessa provincia, il centrodestra mantiene soltanto Chiesina Uzzanese e cede al centrosinistra Cutigliano, Montale e Piteglio. Infine nel Senese il centrodestra mantiene Casole d’Elsa e Pienza e conquista anche Chianciano Terme e Piancastagnaio.
Le curiosità del voto
Diamo qui un quadro riassuntivo delle curiosità principali delle elezioni comunali, precisando che tutti i comuni chiamati al voto e qui non indicati, a parte gli otto chiamati al ballottaggio, sono rimasti in mano al centrosinistra a guida Pd.