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Commissione Ue, von der Leyen svela il programma. Clima, diritti sociali, crescita e migrazioni
La presidente designata dell'Esecutivo interverrà domani mattina all'Europarlamento per esporre il proprio programma di lavoro, in cerca di una maggioranza «europeista» (necessari 374 voti). Molte le concessioni e le insistenze su ambiente, «pilastro sociale», politica migratoria, flessibilità sui conti pubblici, investimenti per favorire economia e lavoro. Sì alla «conferenza sul futuro dell'Ue» proposta da Sassoli.
Strasburgo – «Sarò sempre aperta al confronto e allo scambio con voi. Questo il modo in cui ho sempre lavorato e continuerò a lavorare. Voglio costruire una relazione speciale con il Parlamento europeo, lavorando strettamente con l’Emiciclo nel suo insieme, con i gruppi politici e con i singoli eurodeputati». Così si legge in una delle lettere che la candidata alla presidenza della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha inviato ai gruppi politici del Parlamento europeo. Dopo le consultazioni della settimana scorsa, mentre i Verdi avevano già dichiarato di non poter sostenere la presidenza von der Leyen, Socialisti e democratici e Renew Europe avevano chiesto precisazioni alla candidata, necessarie per decidere se dare o meno il proprio voto, martedì 16 luglio a Strasburgo. Per ora solo i Popolari (Ppe) hanno assicurato il sostegno e quindi von der Leyen sta sfruttando queste ultime ore per recuperare indispensabili voti. Per diventare presidente, la candidata ha bisogno di 374 voti, che sta cercando tra i gruppi «europeisti» all’Euroassemblea, escludendo gli euroscettici e le destre estreme.
Nelle risposte inviate oggi in buona sostanza la presidente designata a sostituire Jean-Claude Juncker anticipa i contenuti programmatici della sua presidenza che spiegherà alla plenaria domani alle 9.
«Potremo affrontare» le sfide e le opportunità dell’Europa se resteremo legati «a ciò che ci unisce: i valori condivisi e il nostro impegno per una società più tollerante, giusta ed equa», scrive von der Leyen affermando che le priorità politiche della sua prossima presidenza «attingeranno dai contributi ricevuti dai gruppi politici del Parlamento» e dall’agenda strategica del Consiglio europeo per il 2019-2024. Ne deriva che «la mia principale priorità sarà di rendere l’Europa il primo continente a emissioni zero entro il 2050», obiettivo verso cui legifererà nei suoi primi 100 giorni di presidenza.
«Voglio ridurre le emissioni di Co2 di almeno il 50% entro il 2030», si legge ancora nelle lettere. Ue «leader nei negoziati internazionali» e un «piano generale», basato su «verifiche di impatto sociale, economico e ambientale» e in grado di stimolare «innovazione, competitività e occupazione» sono altri elementi del programma von der Leyen per il clima. A sostenere il programma ci sarà un sistema di scambio delle emissioni e la carbon tax, mentre la creazione di un «fondo per una transizione equa» aiuterà a fare in modo che «nessuno resti indietro». Quanto agli investimenti privati, la presidente designata parla di un «piano di investimenti per l’Europa sostenibile» e della conversione di «parti della Banca europea per gli investimenti in banca per il clima». Nel programma della presidenza von der Leyen viene poi la prosperità dell’Unione:
«Userò tutta la flessibilità possibile del Patto di stabilità e crescita per creare un contesto fiscale più favorevole alla crescita, pur salvaguardando la responsabilità fiscale», si legge tra l’altro. C’è poi la definizione di uno «strumento di bilancio per la convergenza e la competitività nella zona euro», il completamento dell’unione bancaria, e un «sistema europeo di riassicurazione delle indennità di disoccupazione» per proteggere i più vulnerabili.
La «piena attuazione del pilastro europeo per i diritti sociali» è il terzo elemento che la candidata alla presidenza della Commissione Ursula von der Leyen pone a fondamento del proprio programma di lavoro. Reddito minimo, garanzia europea per i bambini, oltre a quella per i giovani, strategia per l’uguaglianza di genere sono alcune delle parole chiave. Per sostenere il sistema sociale, l’istruzione e le infrastrutture, l’obiettivo è di «tassare le grandi compagnie tecnologiche», lavorando sul progetto del Parlamento che von der Leyen vuole fare diventare realtà. Si parla poi di stato di diritto e poi ancora di migrazioni: «un nuovo patto sulla migrazione e l’asilo», un «nuovo modo per condividere i pesi», un «inizio nuovo», «sostegno ai Paesi che subiscono più pressioni», sono i punti dell’agenda. Per von der Leyen la riforma di Frontex e i 10mila agenti di frontiera non possono attendere il 2027, ma devono essere attivi «entro il 2024». Von der Leyen scrive anche di «approccio più sostenibile per i salvataggi», «smantellamento del traffico di migranti», migrazione legale e vie «per portare qui le persone con qualifiche e capacità di cui abbiamo bisogno».
Nel programma della futura Commissione Ue ci sono poi «nuovi accordi commerciali» (su cui regolarmente informare il Parlamento), la «prospettiva europea dei Balcani occidentali» e il sostegno a che si aprano «i negoziati con Albania e Macedonia settentrionale».
Von der Leyen sposa inoltre l’idea già accennata dal presidente del Parlamento europeo di una «conferenza sul futuro dell’Europa», in cui i cittadini possano esprimersi (da lanciare nel 2020, della durata di due anni).
Quanto al Parlamento, la candidata promette di fare passi per «il diritto di iniziativa legislativa per il Parlamento», migliorare il sistema degli Spitzenkandidaten perché sia più visibile, e liste transnazionali, temi su cui «la conferenza sul futuro dell’Europa dovrà avanzare proposte» per arrivare alle elezioni europee del 2024 con nuove regole. Ultimo punto Brexit: partnership ambiziosa e strategica con il Regno Unito dopo il Brexit, e intanto «se servisse più tempo per buone ragioni, sosterrò un’ulteriore estensione».