Vita Chiesa

COMMISSIONE STORICA EPISCOPATO POLACCO: «RELATIVAMENTE POCHI I CASI DI SACERDOTI COLLABORAZIONISTI NELL’EPOCA COMUNISTA»

Sono stati “relativamente pochi” i casi di collaborazione di sacerdoti polacchi “con i servizi di sicurezza comunisti” ed hanno avuto “un significato marginale”: è quanto si legge nel comunicato finale pubblicato ieri, 11 ottobre, dalla Commissione storica, costituita un anno fa dalla Conferenza episcopale polacca per analizzare la documentazione dei servizi di sicurezza comunisti, relativa ai membri dell’episcopato, e custodita presso l’Istituto nazionale della memoria (Ipn). In realtà, come spiega il comunicato, “la Commissione, non avendo le funzioni proprie di un tribunale, non ha espresso giudizi in merito ai casi di cosciente e segreta collaborazione dei membri del clero con gli organi di sicurezza della Polonia comunista”. Inoltre, la Commissione ha trovato difficoltà nell’analisi dei documenti provenienti dagli archivi dell’Ipn a causa della loro incompletezza, dovuta soprattutto alla distruzione massiccia degli archivi dei servizi di sicurezza, effettuata negli anni 1989-1990. “Una difficoltà supplementare per la valutazione dell’attendibilità dei documenti – si legge nel comunicato – è costituita dal fatto che da parte dei servizi di sicurezza generalmente non venivano richiesti ai religiosi né consensi scritti né documenti firmati”. La Commissione, quindi, considera che “tale situazione non permette di valutare con dovuta scrupolosità la portata, l’intensità e i danni provocati da un’eventuale cosciente collaborazione degli interessati con organi di sicurezza comunisti.” Di conseguenza, la Commissione “nelle conclusioni riguardanti le singole persone ha cercato unicamente di presentare in maniera scrupolosa l’attuale stato della documentazione d’archivio”. Le conclusioni della Commissione “permettono di formulare delle valutazioni circa il ruolo della Chiesa cattolica nell’azione di contrasto alla programmata ateizzazione dei polacchi”, dal 1945 al 1989, e “nell’opera di consolidamento fra la popolazione di valori religiosi e nazionali”. Tali conclusioni “comprendono una sintetica esposizione delle premesse dell’ideologia marxista nei confronti della religione (e questo in Polonia riguardava soprattutto la Chiesa cattolica); un panorama generale delle relazioni tra Stato e Chiesa nella Repubblica popolare di Polonia; una descrizione delle repressioni del clero da parte degli organi di sicurezza comunisti e dei tentativi di disintegrazione della Chiesa cattolica ad opera delle autorità comuniste; una presentazione dei risultati degli esami della documentazione dell’Ipn riguardante i membri dell’episcopato polacco tuttora in vita”.Sir