Livorno
Cominciamo da lavoro, casa e giovani
Casa e lavoro sono diritti essenziali per l’uomo e i politici devono operare perché ad ogni cittadino non manchino mai; è questo il senso del messaggio che il Vescovo ha voluto rivolgere ai cattolici impegnati in politica in occasione del ritiro di Natale. A questi due temi fondamentali monsignor Giusti ha poi aggiunto un terzo ambito di interesse per chi fa politica da cattolico in questo tempo di crisi, quello dei giovani.
Sulla questione lavoro ha parlato di salario minimo garantito, di cooperative sociali, di sussidiarietà, di un nuovo sistema di welfare che garantisca un lavoro per tutti. Questioni da affrontare all’interno di una nuova cultura del lavoro, dove potrebbe essere necessario lavorare meno (e quindi guadagnare meno) per lavorare tutti, oppure trovare un lavoro che non sia quello tradizionale a posto fisso e guadagno garantito soprattutto per i più giovani. E, a proposito della situazione locale, il Vescovo ha evidenziato la questione esemplare del grande bacino di carenaggio che potrebbe, secondo alcuni imprenditori del settore, creare nel giro di meno di un anno almeno 150 – 200 posti di lavoro. Sembra che questo non accada solo per la lentezza delle decisioni delle autorità preposte a sbloccare alcune questioni burocratiche. Ha invitato quindi i politici a prendersi a cuore la questione ricordando che le emergenze di questo periodo non ammettono ulteriori ritardi ed occorre dare un segnale di speranza alla città. Su questi temi, ha ricordato il Vescovo, dovranno misurarsi i politici che vorranno impegnarsi nella ormai prossima campagna elettorale per il rinnovo delle amministrazioni locali.
Monsignor Giusti ha collocato anche il tema della casa all’interno di una meditazione sui principi della dottrina sociale della Chiesa dicendo che «i beni del creato, prima di essere partecipati dai singoli secondo il principio – diritto della proprietà privata, hanno una destinazione universale». In questo senso è arrivato a giustificare la possibilità di requisire le case sfitte quando non si riuscisse a garantire un tetto ad ogni cittadino, una condizione minima per la dignità dell’uomo. «Il diritto di proprietà – ha sintetizzato – per la dottrina sociale della Chiesa viene dopo i diritti della persona».
A proposito dei giovani ha concluso la sua meditazione chiedendo di sostenere nuove idee di lavoro giovanile: «occorre educare i giovani a sviluppare la loro creatività, capacità di intraprendere superando il modello culturale dello stipendio fisso, garantito, senza rischi e senza verifiche reali di produttività».
Dopo la meditazione ogni partecipante ha avuto la possibilità di intervenire sui temi del giorno: si è così sviluppato un dibattito serrato da cui sono emerse evidenti le difficoltà della politica locale, incapace di affrontare concretamente i temi cittadini più urgenti, senza cadere nella genericità dei temi nazionali. Un’incapacità che ha rilevato anche il Vescovo nella sua conclusione quando ha richiamato i presenti a costruire una piattaforma di idee fatta da pochi punti concreti su cui lavorare insieme. «Ricordatevi – ha detto – che nella vostra attività politica dovrete lavorare per risolvere i problemi concreti dei cittadini livornesi, non affrontare questioni generali da campagna elettorale europea». E ha quindi fatto l’esempio di due questioni su cui non aveva avuto nessuna risposta come quella del bacino di carenaggio e quella dell’emergenza casa. Ha quindi concluso facendo un richiamo all’efficacia dell’agire politico: «Dobbiamo parlare il linguaggio della concretezza, altrimenti sembra che per i politici l’importante sia solo chiacchierare e non fare».