Vita Chiesa

COMECE: SEMINARIO SU LIBERTÀ RELIGIOSA, «EUROPA NON PUÒ RIMANERE IN SILENZIO»

Nessuno in Europa può rimanere in silenzio di fronte alla oppressione e alla persecuzione che le minoranze religiose – non solo cristiane – subiscono ancora nel 21° secolo in tantissimi paesi del mondo. “L’uomo di Dio non mette in discussione nemmeno per un momento la libertà di scelta, di coscienza e di religione. Non priva nessuno del diritto a prendere le proprie decisioni”. Ha usato parole dure ieri sera il vescovo calvinista László Tökés, vice-presidente del Parlamento europeo, aprendo a Bruxelles il seminario promosso dalla Comece su “La libertà religiosa nel Vicinato europeo: quale ruolo per gli attori religiosi e l’azione esterna dell’Ue?”. “Le personalità religiose pubbliche – ha detto il vice-presidente Tökés – hanno una particolare responsabilità nel trasformare i valori della democrazia e degli ideali europei di pace sociale nella realtà quotidiana secondo lo spirito dei nostri credi religiosi”. Ed ha aggiunto: “il diritto alla libertà religiosa è in perfetta sintonia con l’ideale Europeo e il diritto di ogni persona a confessare, praticare e anche cambiare la propria convinzione religiosa o credo”. Tökés ha ricordato che “il 75% delle vittime della persecuzione religiosa sono cristiani e che secondo le statistiche più di 100 milioni di persone nel mondo sono perseguitate ogni anno nel mondo a causa del loro credo cristiano”. “Naturalmente – ha subito aggiunto -, non si deve tacere il fatto che l’oppressione e la persecuzione non è prerogativa esclusiva dei cristiani”, ma si registra purtroppo anche in alcuni regimi fondamentalisti musulmani ai danni delle minoranze religiose indù e buddiste”. In paesi come Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Somalia, Yemen o ancora in paesi ex comunisti come la Russia, la Cina, l’Azerbaigian, la Corea del Nord, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Uzbekistan, Tagikistan, Turkmenistan e Vietnam “il diritto alla libertà religiosa continua ad essere ristretta per legge”. “Non importa quindi chi e dove – ha detto Tökés -, ma dobbiamo lottare per la libertà di ogni religione, credo o denominazione e per i diritti religiosi di ogni singola persona e di ogni minoranza” e “dobbiamo sforzarci affinché questo principio e questa spiritualità prevalgano sempre di più nei rapporti tra cristianesimo e islam, in Europa, e nei rapporti tra l’Europa e i cosiddetti paesi terzi”.Prosegue l’impegno della Comece sul fronte della promozione della libertà religiosa nel mondo. La scorsa settimana si era svolta sempre su sua iniziativa a Bruxelles una conferenza sulla “Persecuzione contro i cristiani”.Durante quella conferenza è stato annunciato che due deputati europei (Mari Mauro del Gruppo Epp e Konrad Szymanski del Gruppo Ecr) presenteranno nei prossimi giorni alla plenaria dell’Europarlamento una Dichiarazione scritta in cui si chiede che “la libertà religiosa deve essere incorporata nelle politiche esterne dell’Ue aggiungendo agli accordi con i Paesi terzi una clausola vincolante relativa al rispetto di tale libertà”. Per essere adottata dovrà essere sottoscritta entro tre mesi da 380 deputati europei. Sempre la Comece ha presentato nei giorni scorsi un proprio Memorandum sulla libertà religiosa. Il testo contiene 11 raccomandazioni al Parlamento, alla Commissione e al Consiglio europei, e al Servizio europeo per l’azione esterna, affinché contribuiscano, “secondo le proprie rispettive responsabilità, alla promozione della libertà religiosa nel quadro delle relazioni esterne Ue”. (Il testo è scaricabile sul sito: www.comece.eu)