Crisi finanziaria e integrazione europea, solidarietà, dialogo Chiese-Ue, trasparenza, embrione umano: su questi punti si è soffermato ieri pomeriggio mons. Adrianus van Luyn, vescovo emerito di Rotterdam e presidente Comece (Commissione episcopati Comunità europea), aprendo a Bruxelles i lavori della plenaria autunnale La crisi finanziaria e il futuro dell’integrazione europea (fino a domani). Mons. van Luyn ha osservato che l’appuntamento doveva essere dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà intergenerazionale, ma, a causa del peggioramento della situazione finanziaria in Europa e nel mondo, è diventato imperativo concentrarsi sul tema più pressante e forse deprimente della crisi finanziaria, ed ha assicurato che l’argomento originario verrà ripreso nella plenaria di primavera del 2012. Il tema della crisi finanziarie è della massima importanza poiché si ripercuote sulla vita di tante persone in Europa, provocando non solo violente reazioni da chi vede a rischio il proprio tenore di vita, ma anche causando reazioni tra diverse posizioni ideologiche. Ciò che, ha fatto notare, è nuovo per noi in Europa, è che fino ad ora politici ed economisti non sono riusciti a risolvere il problema, ma solo a rimandarlo. Così non solo è a rischio lo standard di vita materiale, ma anche l’esistenza stessa dell’Ue.L’euro è non solo la moneta comune di 17 Stati membri, ma anche uno dei simboli più importanti del successo del processo di integrazione, sottolinea mons. van Luyn, aggiungendo che uno dei valori più importanti in questo processo è sempre stata la solidarietà che però avrebbe poco senso se nei momenti della prova non fossimo in grado di mostrarla a chi è nel bisogno. Il mese scorso, ha rilevato, è stato sfidato anche un secondo importante simbolo dell’Ue – la zona Schengen; alcuni Paesi hanno tentato di ristabilire i controlli alle frontiere ed altri hanno deciso di votare contro l’adesione a Schengen di Romania e Bulgaria, con la conseguenza che questi due Stati Ue si trovano attualmente al di fuori dell’accordo. Mons. van Luyn ha inoltre ricordato il documento Economia sociale di mercato predisposto dalla Commissione sociale della Comece che, se approvato in plenaria, dovrebbe essere diffuso al grande pubblico quale voce importante nel dibattito sull’attuale crisi. Annunciando l’incontro, venerdì pomeriggio, con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, mons. van Luyn ha anticipato che con lui verrà discussa la questione del dialogo con le istituzioni Ue, soprattutto con il Consiglio, e ha rammentato come in certa misura la visita dello statista belga cada a seguito dell’incontro dei leader religiosi con i tre presidenti dell’Ue il 30 maggio 2011.In quell’occasione il presidente Comece aveva sottolineato la necessità di un dialogo sul dialogo. Per mons. van Luyn l’applicazione pratica dell’art. 17 dovrebbe tener conto di alcuni aspetti. Anzitutto tale dialogo dovrebbe essere ecumenico, multilaterale e bilaterale; strutturato per i contenuti e per le parti: dovrebbe essere chiaro quali saranno i partner da parte delle istituzioni Ue e delle Chiese. Il dialogo richiede trasparenza e la sua efficacia dipende dagli incontri formali ma anche dall’azione informale. Il suo scopo deve inoltre essere chiaro e trasparente e coinvolgere tutti i temi di competenza dell’Ue, che sono diversi da quelli coperti dal Consiglio d’Europa o dalle Nazioni Unite. Per quanto riguarda le Chiese, il loro contributo affronterà una vasta gamma di questioni alla luce della dottrina sociale delle Chiese. Un periodico scambio informale tra rappresentanti delle istituzioni Ue e delle Chiese e comunità religiose dovrebbe assicurare che nessuna importante tema venga trascurato. Mons. van Luyn ha quindi richiamato l’iscrizione del segretariato Comece, lo scorso 7 settembre, nel Registro per la trasparenza (il registro che riunisce le lobby e i gruppi di interesse che desiderano avere accesso a Commissione e Parlamento europei, istituito e gestito dai due stessi organismi di Bruxelles, ndr), e ha sottolineato l’importanza che l’identità della Chiesa cattolica venga rispettata nel contesto di qualsiasi tipo di registrazione. Giacché la Chiesa cattolica sta sostenendo l’idea di trasparenza in generale, siamo lieti che le condizioni concordate tra Commissione e Parlamento abbiano consentito la nostra iscrizione. Infine la recente sentenza della Corte di giustizia dell’Ue sulla brevettabilità delle invenzioni che utilizzano cellule staminali embrionali umane, con la quale, ha osservato il presidente Comece, la Corte ha confermato la definizione più ampia possibile dell’embrione umano e ribadito il divieto di brevettabilità di invenzioni che ne richiedano la preliminare distruzione. Un pensiero, infine, alla Giornata di riflessione e preghiera in corso ad Assisi Pellegrini della verità, pellegrini della pace promossa da Benedetto XVI, del quale i vescovi europei accolgono l’invito alla preghiera e al digiuno. (Sir)