Arezzo - Cortona - Sansepolcro

Come Paolo atleti di Dio. La lettera del vescovo ai ragazzi della Cresima.

Non sapete che, nelle corse allo stadio, tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!». Queste parole non sono né di Pierre de Coubertin, l’inventore dei giochi olimpici moderni, né dell’allenatore della nazionale italiana di calcio, bensì si trovano all’interno della prima lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi. «Essi lo fanno per ottenere una corona che apparisce, noi invece una che dura per sempre», annotava l’apostolo delle gente. È proprio questo brano per così dire «olimpionico» ad essere il protagonista della lettera che il vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti, ha inviato a tutti i cresimandi della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, titolata «Campioni nella squadra di Gesù». Una lettera che ha come comune denominatore le parole di Paolo e che ruota attorno allo sport, tema caro agli adolescenti.«Molte volte – scrive Bassetti – vi ho potuti vedere “in azione” nelle attività sportive: lo sport vi coinvolge molto, vi appassiona, vi impegna». Proprio come i ragazzi che si apprestano a ricevere il sacramento della Confermazione, anche «Paolo era un grande appassionato di sport», come dimostrano gli scritti ai Corinzi. Ma per essere «campioni nella squadra di Gesù», non serve conquistare un campionato sportivo qualsiasi. L’obiettivo per questa squadra, fa sapere il vescovo, è «conquistare il premio vero, che resta per sempre: la felicità di una vita con Dio». Una meta raggiungibile solo con tanto allenamento: quello della preghiera e della capacità di donarsi agli altri.Il primo sport che monsignor Bassetti cita è la maratona in cui, sottolinea il prelato, «la difficoltà maggiore, sia fisica che psicologica, è abbattere il muro dei trentadue chilometri. Per conquistare il nostro premio, la felicità di una vita giocata “nella squadra di Gesù”, dobbiamo abbattere il muro del peccato, che ci rende più lenti e affaticati nell’amare gli altri: lo facciamo riscoprendo il sacramento della Riconciliazione». Una sfida degna di un campionato del mondo. E qui il vescovo ricorda il salto in alto che aiuta a «puntare in alto». In questa scommessa, comunque, non si è soli: «C’è lo Spirito Santo con i suoi doni che, senza sostituirsi a noi, ci permette di diventare i protagonisti, i “campioni” della nostra vita». Già sin dal Battesimo, prosegue Bassetti, «egli ha già iniziato a realizzare il sogno di Dio su di voi» e, con la Cresima che i ragazzi si apprestano a ricevere, «egli potenzia al massimo tutte queste risorse, aiutandovi a realizzare la più bella “edizione” di voi stessi, sempre, ve lo ripeto, se voi glielo permettete».Ma non si tratta solo di un «allenamento personale». Ed ecco che il vescovo parla del basket come esempio di gioco di squadra. Perché «non possiamo continuare a guardarci solo allo specchio: dobbiamo accorgerci di chi ci sta accanto». Poi arriva quella che nella lettera viene chiamata la «convocazione». «La nostra convocazione – si legge – parte dalla scoperta della vocazione di ciascuno di noi, non solo come singolo ma in relazione agli altri: ognuno di noi riceve dallo Spirito Santo dei doni particolari, i carismi, che ci rendono originali, unici, e servono per il bene di tutti». Ed è con un invito che si conclude la lettera: «È tempo che ognuno di voi scopra i doni che ha ricevuto». «Luce nella notte»: il via da Cortona«Una luce nella notte». Il primo appuntamento con l’iniziativa, che porta l’evangelizzazione di strada per le città della diocesi, è quello di sabato 2 maggio a Cortona, nella chiesa di San Domenico. Il programma prevede alle 17 l’accoglienza nel seminario di Cortona. Alle 17.30 un momento di preghiera, seguito dalla catechesi di don Samuele Biondini, della diocesi di Città di Castello. Dopo la cena, sempre in seminario, inizierà l’evangelizzazione di strada che vedrà come protagonisti quattro gruppi di ragazzi. Il primo è quello impegnato in strada per invitare altri giovani in chiesa per l’Adorazione, che verrà accompagnata dai canti del secondo gruppo. Un’altra equipe avrà il compito di pregare per chi è in strada. Infine, il quarto gruppo si occuperà dell’accoglienza in chiesa.di Lorenzo Canali