Vita Chiesa

COLOMBIA: I VESCOVI DEL PAESE, APPELLO PER LA PACE E LA LIBERAZIONE DEGLI ALTRI SEQUESTRATI

La soddisfazione per la liberazione di mons. Jorge Jiménez Carvajal, vescovo di Zipaquirà e presidente del Celam (Consiglio degli episcopati dell’America Latina) e di padre Desiderio Orjuela – avvenuta venerdì scorso in Colombia dopo essere stati per alcuni giorni nelle mani dei guerriglieri delle Farc -, è stata espressa oggi dalla Conferenza episcopale colombiana, che ha lanciato un appello anche per la pace e la giustizia nel Paese e per la liberazione di tutti gli altri sequestrati.

Esprimendo riconoscimento alle forze dell’ordine e alle istituzioni colombiane per il loro intervento nella vicenda, i vescovi colombiani continuano a pregare perché arrivi presto “la notizia di un accordo che ponga fine al sequestro di tanti colombiani”. Ogni giorno – ricordano i vescovi – vengono sequestrate in Colombia una media di otto persone; ad oggi sono 2492 i colombiani privati della libertà, una cifra in aumento di anno in anno.

“Il sequestro – affermano – è un fatto detestabile, un crimine atroce, un delitto che viola diritti fondamentali come la libertà, la vita, la dignità e la sicurezza della persona umana. Un delitto che non può essere giustificato da nessuna ideologia e che deve essere ripudiato e condannato in maniera chiara ed energica”. Ma oggi, continuano i vescovi, “il popolo ha rotto il silenzio ed alzato la voce per dire: basta!”. La Chiesa esorta dunque i fedeli a “rifiutare decisamente questo delitto” mentre ricorda allo Stato e ai cittadini il dovere di “prevenire le forme estreme di delitto”, affrontando con decisione “quei fenomeni che possono stare alla base di comportamenti delittuosi, tra cui la povertà, la disoccupazione, l’ingiustizia e la corruzione”.

I vescovi colombiani esprimono solidarietà a tutti i sequestrati, rinnovando il loro impegno “a lottare per l’eliminazione di questo flagello che li ha privati della gioia di vivere in libertà”. Infine, rivolgono un appello urgente “ai dirigenti, impresari, classe politica, perché con senso di solidarietà assumano l’impegno di cambiare le attuali strutture di ingiustizia che giorno dopo giorno aggravano la situazione del Paese”. Gratitudine viene infine espressa per la vicinanza del Papa, delle Conferenze episcopali e dei capi di governo di diverse parti del mondo. Sir