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Colombia: capi dell’Eln tornano a essere nella lista dell’Interpol. Guerrero (Cinep), «autobomba di Bogotá un grave errore»

A una settimana dall'attentato della guerriglia dell'Eln alla scuola di polizia General Santander di Bogotá, con 21 vittime e una novantina di feriti, restano ancora forti in Colombia lo smarrimento e l'incertezza sul futuro del processo di pace. Mostra preoccupazione Luis Guillermo Guerrero Guevara, direttore del Cinep.

I capi dell’Eln, in seguito ai «passi» del Governo colombiano, hanno smesso di godere dello speciale status loro concesso in quanto parte della delegazione che sedeva al tavolo dei negoziati con il Governo, allestito a Cuba, e sono ora ricercati dall’Interpol. Intanto, martedì scorso, al Consiglio di sicurezza dell’Onu si è parlato dello stato di avanzamento dell’accordo di pace con le Farc, evidenziando i progressi fatti (oltre 11mila persone, tra cui circa 9.600 ex combattenti Farc si sono sottoposti alla Giurisdizione speciale prevista dall’accordo) e i passi ancora da compiere.

Ma l’attentato rischia di avere preoccupanti ricadute su tutto il cammino di pace, come spiega al Sir Luis Guillermo Guerrero Guevara, direttore del Cinep (Centro de investigación y educación popular), istituto di ricerca sui temi della pace promosso dai gesuiti. «Non sono pessimista – spiega da Bogotá -, ma neppure ottimista, dobbiamo continuare a lavorare e mettere in atto dei segni forti sul territorio». Quello dell’Eln, continua Guerrero, «è stato un errore molto grave, un gesto da condannare in tutti i modi. Bisogna, però, dire anche che il Governo non ha saputo guidare il processo di pace con questa guerriglia nell’ultimo periodo, mettendo in atto una politica di scontro frontale. Nei confronti dell’Eln sono state poste delle condizioni molto esigenti e quando nel periodo di Natale, la guerriglia ha attuato un cessate-il-fuoco unilaterale, l’Esercito ha bombardato un suo accampamento. Al tempo stesso, l’accordo con le Farc viene applicato al minimo e in modo lento. Del resto, si sapeva che la linea dell’ex presidente Uribe, che guida l’attuale Governo, andava contro l’accordo di pace. Ripeto, l’Eln ha commesso un grosso errore, ma dall’altra parte l’uribismo dimostra ancora una volta di non saper governare il conflitto se non per via armata, legale o illegale».

«L’opinione pubblica viene messa di fronte a un’alternativa ingannevole. O sei con noi o contro di noi, o sei con lo Stato o sei con la guerriglia. In questo modo, il rischio è che la parola torni alla violenza, non alla politica». Luis Guillermo Guerrero Guevara descrive in questo modo il clima che si vive in Colombia rispetto al cammino di pace. Una situazione che si è accentuata dopo l’autobomba di giovedì 17 gennaio alla scuola di polizia General Santander di Bogotá. Per l’analista, il processo di pace viene messo a rischio da questa strategia politica, che tende a «polarizzare la situazione» di fronte all’opinione pubblica, che è infatti da anni spaccata sul difficile cammino che sta affrontando il Paese: «In quest’ottica la soluzione politica diventa sempre più debole, sembra avere le armi spuntate, ma negli ultimi decenni abbiamo visto abbondantemente che non c’è via d’uscita armata per portare la pace in Colombia. All’estremismo armato di sinistra finisce per contrapporsi un estremismo armato di destra». A poco, secondo Guerrero, servirà attaccare militarmente l’Eln, e forte è in questo momento il timore di un’escalation di atti violenti, mentre bisogna continuare a dare «segni forti e coraggiosi» nella direzione della pace, tenendo presente che «molti punti dell’accordo di pace con le Farc stanno, comunque, procedendo».