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Collezioni: i santi come i calciatori, ma almeno non cambiano maglia

di Umberto FolenaSan Romualdo come Pizzaballa? No, nessuna figurina introvabile nell’album dei santi, anzi dei santini, che pare stia spopolando: i primi 30 mila album bruciati in pochi giorni, altri 30 mila subito distribuiti per un totale di 580 mila bustine, ciascuna con sei santini dentro. E se non vi va lo stillicidio delle bustine e l’invasione dei doppioni, che pure è così bello scambiare, potete comprarvi la raccolta già bell’e completa. La «Pubblicazioni srl», fondata a Lugo di Romagna da Graziano Toni (omonimo del centravanti, successo garantito) con l’incoraggiamento e la prefazione del cardinale Esilio Tonini, ne ha piazzati già cinquemila.

I santini come i calciatori Panini? Il raffronto potrebbe suonare blasfemo. E poi, che avranno mai in comune? Il sospetto è semmai che santini e calciatori rappresentino due mondi opposti, e che i primi funzionino perché, senza intenzione alcuna da parte loro, stanno fungendo da antidoto. Pensiamoci. I calciatori sono espressione della modernità liquida, come direbbe Bauman. Mobili, anzi mobilissimi. Trovi Cassano e un’ora dopo ti dicono che è passato al Real Madrid. Intanto devi tenertelo nell’album, sorridente in giallorosso, anche se con l’adesivo «trasferito» incollato di traverso: tristissimo.

Sarà pure un luogo comune, però è vero: non ci sono più le bandiere. I Riva, Rivera e Mazzola. O Antognoni. Maldini e Totti saranno gli ultimi mohicani, dopo di loro il diluvio. Vanno e vengono, e fedeli rimangono soltanto i tifosi; la squadra che erediti da tua padre o ti scegli all’asilo, quella sì ti rimane appiccicata addosso per tutta la vita.

I santini, invece, sono sempre gli stessi per tutta la vita, e oltre. Reggono la scena per secoli, e sempre con lo stesso saio, lo stesso Bambinello in braccio, lo stesso giglio in mano. E poi, scusate l’impertinenza, non si è mai saputo d’un santo francescano passato con i domenicani, o una carmelitana ingaggiata dalle clarisse. D’accordo, sant’Antonio era un agostiniano diventato famoso da francescano. Ma chi lo ricorda con la casacca agostiniana? Nessuno, come nessuno ricorda Gianni Rivera all’Alessandria.

I santini, insomma, comunicano quel senso di stabilità, fedeltà e continuità che quasi nessuno più garantisce. Piuttosto, a stupire è il numero delle figurine: «appena» 442. Urge nuova edizione. Che comprenda pure i beati di serie B: sparuta e magra, forse, ma una tifoseria ce l’hanno pure loro.