Italia
Coldiretti scende in piazza per i prodotti italiani
Firenze si è tinta di giallo e, per un giorno, è diventata la capitale dell’agricoltura del Centro Italia. Lunedi 15 marzo, al Palazzo degli Affari si sono svolti gli stati generali di Coldiretti di Toscana e Umbria, che hanno scelto il capoluogo toscano per affilare le armi e iniziare a combattere una nuova importante battaglia: la battaglia per la valorizzazione del made in Italy; per il decollo in tempi rapidi della riforma della politica agricola comunitaria; per la definizione dei nuovi piani regionali di sviluppo rurale, in parole povere le fondamenta su cui poggerà l’agricoltura dei prossimi dieci anni.
Alla presenza del presidente confederale Paolo Bedoni, del segretario generale Franco Pasquali e del segretario organizzativo Vincenzo Gesmundo Coldiretti di fatto ha avviato una vera e propria campagna di mobilitazione. Parte così una preparazione capillare e meticolosa sul territorio per costruire una solida e diffusa condivisione sui punti forti del pacchetto di riforme che Coldiretti chiede ai decisori istituzionali.
L’organizzazione degli imprenditori agricoli torna, dunque, a distanza di quattro anni, là dove, nel 2000, ha stretto il suo patto con il consumatore, per proporre un altro «rivoluzionario» accordo: il patto di filiera, in difesa del prodotto italiano. «L’origine del prodotto agricolo che arriva ogni giorno sulle nostre tavole e il suo stretto legame con il territorio è il fattore che dà competitività alle produzioni italiane», ha affermato con forza Paolo Bedoni nel suo intervento ai quattrocento dirigenti delle due regioni. «Il nostro obiettivo è informare i cittadini e sollecitare le istituzioni nazionali, regionali e locali a fare la loro parte nella promozione dell’agroalimentare italiano». Lo scippo delle denominazioni dei vini e la tassa sull’olio in cucina sono alcuni dolorosi esempi. La difesa del made in Italy è un punto fermo per Coldiretti, che ha promosso la proposta di legge di iniziativa popolare per l’etichettatura obbligatoria per l’origine dei prodotti alimentari, sostenuta da più di un milione di firme e ora all’esame del Senato.
Forte del consenso dei consumatori, Coldiretti fa adesso un altro passo avanti e lancia un nuovo modello di sviluppo: «Per vincere la sfida postindustriale si deve puntare un’agricoltura impostata sulla politica di filiera, dal campo alla tavola, l’unica capace di soddisfare i bisogni del mercato». Come dice una recente indagine curata da Ispo, infatti, sono 80 su cento i consumatori che considerano gli agricoltori «garanti» della sicurezza alimentare; 77 su cento quelli che affidano loro anche la sicurezza ambientale.