Livorno

Coerenza interiore e maestosità spirituale

La sua coerenza interiore e la maestosità spirituale dell’atto compiuto non alleviano in nulla l’eccezionalità che il gesto ha immediatamente svelato, l’irriducibile carattere di novum che esso ha acquisito senza che il trascorrere delle ore potesse minimamente ridimensionarlo».

Direttore, queste sue parole descrivono benissimo il gesto di Benedetto XVI; anche i media si sono dovuti “adattare” a questo evento: voi, giornalisti cattolici, di TV 2000 come avete vissuto la notizia? con quali criteri avete deciso di trattarla vista la sua novità e la sua portata? «L’abbiamo vissuta nello stupore più totale, nella convulsione che il mestiere comporta, nella lucida determinazione che l’unica cosa che dovevamo fare era andare in studio e, pur stando collegati alle notizie così da non perdere un frammento di quanto succedeva, potessimo dar voce ai nostri telespettatori. In una settimana hanno telefonato oltre 20 mila persone: è un numero impressionante. Quello di gente che voleva ringraziare, piangere, ma anche capire. Ecco il nostro sforzo è stato quello da una parte di medicare e dall’altra di spiegare quello che ci sembrava essere il senso della scelta papale. E poi su tutto dare l’assicurazione fondamentale: Il Signore c’è, è salito sulla barca e ora è Lui direttamente al timone. Non dobbiamo aver paura, Egli la sta puntando verso la riva sicura » In un certo modo inquietanti sono state anche le parole successive del Pontefice, a proposito di una Chiesa divisa e spesso con una mentalità arrivista: una sincerità forse per la prima volta così manifesta?«Ma queste davvero non mi hanno colpito. Sono ormai tre anni che il Papa parla del volto deturpato della Chiesa, di individualismi, rivalità, divisioni. E soprattutto del carrierismo che è il virus più insinuante e demolitore. Forse la chiave di tutto sta in quell’accenno che lui fece tempo fa sul Secolarismo entrato a forza nella Chiesa e che cambiando atteggiamenti, disponibilità, dedizione. La Chiesa va amata come si ama nostra madre, non dunque per ciò che la cosa ci può rendere, ma perché è nostra madre e basta. Per essa dobbiamo vivere e per essa dobbiamo soffrire, perché sia strumento di salvezza per i popoli. Ma ciò in maniera concreta, vitale, esperienziale, mettendosi in gioco per quello che siamo». Il gesto del Papa ha messo in dubbio in molte persone semplici, come ha detto lei in un’intervista, quel “per sempre” a cui è legata la vita della chiesa, una formula così spesso ripetuta nelle celebrazioni  liturgiche… secondo lei il gesto del Papa sarà motivo di crisi di fede?  Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi “sondaggi” sui cattolici?«Mi riferivo a battute amare raccolte qua e là da persone che, pur amando il Papa, non comprendevano il senso del suo tirarsi indietro, quasi che venisse introdotta una ulteriore novità nella vita della Chiesa. A parte il fatto che l’eventualità che il Papa rinunci per gravi motivi all’esercizio del suo ministero è un’ipotesi prevista dal Codice di Diritto Canonico, e dunque non è in alcun modo una deviazione dai modi con cui la Chiesa ha scelto di condursi nel mondo, bisogna che nessuno approfitti per insinuare innovazioni inesistenti. Il papato è un’istituzione divina, dal papato non si abdica, non è come per l’arcivescovo di Canterbury che trascorsi i suoi anni o stanco per le polemiche sui vescovi gay, prende le sue carte e saluta. No, il Papa resta inchiodato alla croce, anche se ad un certo punto decide di farlo di nascosto, lasciando ad altri con energie più fresche l’esercizio del ministero petrino». Parliamo del futuro: secondo la sua esperienza, quale tipo di pontefice servirebbe alla chiesa del III millennio? Secondo lei dovremo aspettare molto per conoscerlo o sarà una scelta “veloce”?«Non sono un indovino, ed è difficile, facendo data ad oggi, immaginare quale sarà la dinamica concreta del prossimo conclave. Mi colpisce tuttavia che dalle interviste ai cardinali stranieri emerga da tutti l’esigenza di procedere con calma, di non precipitare le cose. Non mi stupirei che il Conclave durasse qualche giorno di più, e valuterei l’ipotesi come decisamente positiva. I signori Cardinali vogliono essere consapevoli del momento, per quanto possibile vogliono sapere e capire che cosa è avvenuto, intendono approfondire la conoscenza dei candidati e dell’eligendo Pontefice». TV 2000 come seguirà i prossimi eventi in Vaticano? «Farà quello che ha fatto e sta facendo, mi pare incontrando un certo successo tra i telespettatori: seguire attimo per attimo gli eventi, non tacere nulla di quanto va detto anche se scomodo, invitare continuamente ad una lettura propria e profonda (cioè non banale né mondana) delle cose, lasciar intervenire in diretta i telespettatori perché la tv è anzitutto loro, e noi giornalisti a loro servizio».