Toscana
Codice Rosa: oltre 3 mila maltrattamenti e abusi arrivati al Pronto Soccorso
Il Codice Rosa è un progetto della Regione Toscana, sviluppato a seguito dell’esperienza positiva realizzata dalla Asl 9 di Grosseto (dove il Codice Rosa è in funzione dal 2010), rivolto alle persone che accedono alle strutture di pronto soccorso per essere curate: uomini e donne, adulti e minori, vittime di maltrattamenti, abusi e discriminazioni sessuali. Il progetto regionale, che prevede il coinvolgimento interistituzionale e delle associazioni, ha preso avvio dal 2012 e si è sviluppato gradualmente fino alla completa diffusione, avvenuta nel 2014, in tutte le aziende sanitarie toscane.
Il Codice Rosa non sostituisce il codice di gravità del pronto soccorso, ma viene assegnato insieme al codice di triage da personale formato a riconoscere segnali spesso taciuti di violenze. Agli utenti ai quali viene attribuito il Codice Rosa è dedicata una stanza, dove vengono create le migliori condizioni per l’accoglienza, la cura e il sostegno, nonché l’avvio delle procedure d’indagine in collaborazione con le forze dell’ordine e, se necessario, l’attivazione delle strutture territoriali per la tutela di situazioni che presentano livelli di rischio elevati.
Il lavoro di squadra è indispensabile per mettere in rete tante competenze diverse – medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistrati, rappresentanti delle forze dell’ordine, delle associazioni e dei centri antiviolenza, per far emergere i casi di violenza e abuso, dare sostegno alle vittime e perseguire i responsabili.
In particolare per quanto riguarda i minori, non è facile riconoscere i “segni” nascosti di maltrattamenti o abusi: per farlo, è necessario l’occhio attento di personale preparato. Grazie ad un’azione formativa strutturata sia a livello regionale che aziendale, e a percorsi di formazione specifici svolti in collaborazione con il Meyer, il personale dei pronto soccorso è in grado di contribuire al riconoscimento dei casi e raccordarsi con le forze dell’ordine e le Procure, per interrompere storie di violenze che troppo spesso si nascondono all’interno di mura familiari.
«Uno degli aspetti più qualificanti del progetto regionale Codice Rosa – si legge in una nota della Regione – è lo sviluppo del coordinamento tra i soggetti istituzionali cui la legge attribuisce competenze in tema di maltrattamenti e abusi. I recenti fatti di cronaca posti all’attenzione dai media hanno evidenziato nella nostra regione un caso di particolare gravità che ha avuto un esito drammatico, caratterizzato da precedenti ripetuti maltrattamenti che hanno comportato numerosi accessi al pronto soccorso per lesioni di varia entità. Le strutture sanitarie presso le quali la vittima si è recata per farsi curare hanno messo in atto un audit per verificare che il percorso si sia svolto nel modo corretto, nel rispetto delle norme di legge e delle procedure definite dal progetto Codice Rosa. I riscontri effettuati hanno dimostrato che il caso è stato trattato nel rispetto delle esigenze dell’utente, delle procedure definite dal progetto e nell’assolvimento deg li obblighi di comunicazione previsti dalla legge».