Se tutti i Paesi rispetteranno gli impegni più consistenti assunti l’anno scorso alla Conferenza mondiale sul clima di Copenhagen, il loro sforzo riuscirà a coprire solo il 60% dei tagli di gas serra necessari per mantenere il riscaldamento globale entro il limite dei due gradi centigradi, definiti dagli scienziati la soglia critica oltre la quale aumenteranno disastri naturali, siccità, fame, estinzione di specie vegetali e animali. È quanto emerge da uno studio lanciato oggi dall’Unep (United Nations Environment Program), realizzato in collaborazione con oltre 30 scienziati internazionali, alla vigilia della conferenza Onu sul clima, in programma dal 29 novembre al 10 dicembre a Cancun (Messico). L’evento, il principale appuntamento globale del 2010 per i negoziati sul clima, dovrà dettare le linee guida per le future azioni dei governi mondiali in materia di riduzione delle emissioni di gas serra, dopo la scadenza del protocollo di Kyoto. L’obiettivo è contenere il riscaldamento globale entro il limite dei due gradi, come deciso a Copenhagen. Fare ulteriori progressi nei negoziati e negli sforzi di riduzione delle emissioni perché non c’è tempo da perdere è l’esortazione del segretario generale Onu, Ban Ki-moon.Christiana Figueres, segretario della Convenzione Onu sul clima (Unfccc), sottolinea l’importanza della cooperazione internazionale per aumentare l’attuale, inadeguato, livello di ambizioni. Cancun prosegue – sarà un successo, se le parti riusciranno a raggiungere un compromesso, ma è indispensabile colmare le lacune a livello politico per capire come andare avanti nei tagli delle emissioni, decidere cosa fare con il Protocollo di Kyoto e come legare i target nazionali e le azioni di governo annunciati. I governi, conclude, dovranno essere chiari su tempi e modi e gli accordi dovranno tenere conto anche degli sforzi di mitigazione, sia da parte dei Paesi industrializzati, sia da parte dei Paesi in via di sviluppo.Sir
