Toscana

CLIMA: TUTTE LE NOVITÀ DEL ↕PACCHETTO BILANCIATO» FINALE APPROVATO A CANCUN

(ASCA) -  Un pacchetto ampio e definito solo in alcuni contorni per lasciare la possibilità ai Paesi sviluppati di continuare a negoziare i dettagli nei prossimi 12 mesi che ci separano dall’appuntamento con la COP17 convocata a Durban, in Sudafrica. è questo il risultato delle due settimane di negoziati in bilico alla Conferenza delle Parti sui Cambiamenti climatici che si è chiusa questa mattina (ora italiana) a Cancun. Un risultato debole, ma che risana con un’approvazione consensuale lo strappo verificatosi lo scorso anno a Copenhagen, quando l’Accordo finale fu sotto scritto solamente da alcuni Paesi. IL PROTOCOLLO DI KYOTO è SALVO (PER IL MOMENTO) – Le Parti che hanno sottoscritto il Protocollo di Kyoto nel suo primo periodo di vigenza hanno convenuto di continuare a negoziare per assicurargli continuità e perché non ci sia soluzione di continuità tra il primo e il Kyoto bis.RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DENTRO IL PROCESSO ONU – I target di riduzione delle emissioni fissati dal vecchio Protocollo di Kyoto per i Paesi industrializzati rimangono all’interno della cornice delle Nazioni Unite. Essi sono impegnati a elaborare piani di sviluppo a basso impatto di anidride carbonica e di scrivere come raggiungerli, inclusi i meccanismi di mercato delle emissioni, e di compilare annualmente inventari in cui elencarli. Novità vuole che anche le azioni volontarie dei Paesi in via di sviluppo per ridurre le emissioni entrano ufficialmente nella cornice UNFCCC. Si crea un registro per elencare le azioni da essi messe in campo e per incrociarle con i finanziamenti e il supporto tecnologico messo a disposizione dei Paesi industrializzati. I Paesi in via di sviluppo, ogni due anni, dovranno rendere pubblici dei rapporti sugli eventuali avanzamenti raggiunti.PACCHETTO PER I PAESI VULNERABILI – Le Parti hanno lanciato un pacchetto con fondi, tecnologie e uno specifico coordinamento per garantire un’azione prioritaria, nell’ambito degli stanziamenti già previsti, per sostenere i Paesi più esposti agli impatti dei cambaimenti climatici, come le piccole isole e le aree di alta montagna. SUI FONDI CONFERMATI GLI IMPEGNI DI COPENHAGEN – I soldi sono gli stessi di Copenhagen, in realtà: 30 miliardi di dollari totali in arrivo dai Paesi industrializzati entro il 2012 per gli interventi di breve termine (fast start) e la previsione di mobilizzare altro 100 miliardi (non necessariamente nuovi ed addizionali) nelle azioni di lungo termine a partire dal 2020. ALLO STUDIO UN GREEN CLIMATE FUND – Introdotta l’idea di istruire un percorso per disegnare un Green Climate Fund nella cornice della Conferenza delle Parti, governato da un board da condividere in pari rappresentanza tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo. AL VIA LA CORNICE SULL’ADATTAMENTO DI CANCUN – Al via il Cancun Adaptation Framework per inquadrare in una cornice istituzionale più stringente la pianificazione e l’implementazione dei progetti di adattamento nei Paesi in via di sviluppo con un supporto tecnico e finanziario maggiore, incluso un progetto per continuare a lavorare sul capitolo dei danni e delle perdite. PARTE IL REDD – Nell’ambito dei fondi e del traferimento tecnologico previsti, al via un’azione più accelerata per tagliare le emissioni causate dalla deforestazione e la degradazione delle aree boschive. COMITATO, CENTRO DI SPECIALIZZAZIONE E RETE SULLE TECNOLOGIE VERDI – Le Parti hanno convenuto di creare insieme un nuovo meccanismo sul trasferimento tecnologico coordinato da un Technology Executive Committee, che si avvarrà di un Climate Technology Centre and Network per accrescere e migliorare la cooperazione tecnologica tra Paesi sviluppati e in via di sviluppo per sostenere le azioni sull’adattamento e la mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici.