Riconoscere la professionalità dei giovani artisti e delle persone che lavorano nei lunapark e tutelarne i diritti attraverso normative per la regolarizzazione della situazione giuridica dei circensi e dei fieranti: sono alcune delle raccomandazioni contenute nel documento finale dell’Ottavo Congresso Internazionale della Pastorale per i Circensi e i Fieranti, tenutosi a Roma, dal 12 al 16 dicembre 2010, sul tema Circhi e Luna Park: cattedrali’ di fede e tradizione, segni di speranza in un mondo globalizzato, organizzato dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Vi hanno partecipato 70 delegati provenienti da 22 Paesi, in rappresentanza di Asia, Europa e Americhe. Considerando che soltanto in alcuni Paesi esistono normative per la regolarizzazione della situazione giuridica dei Circensi e dei Fieranti si legge nel documento reso noto oggi -, gli Stati e i Governi siano incoraggiati a tutelare i diritti delle persone dello spettacolo viaggiante, al fine di considerarle a tutti gli effetti parte integrante della società. Alle amministrazioni pubbliche viene chiesto di riconoscere il valore socio-culturale dello spettacolo viaggiante, contrastare ogni eventuale forma di marginalità e di pregiudizio e dare qualche forma di riconoscimento di professionalità da parte delle Istituzioni pubbliche per i giovani artisti e le persone del lunapark. Tra le richieste, che le istituzioni pubbliche, in sinergia con le comunità ecclesiali e gli organismi sensibili alle esigenze dei circensi e dei fieranti, realizzino iniziative per l’educazione scolastica dei viaggianti come le scuole del circo già presenti in alcuni Paesi o i mediatori familiari scolastici, che spesso integrano il loro insegnamento con la parte religiosa. Da un punto di vista pastorale, a tutta la Chiesa nelle sue componenti viene chiesta maggiore attenzione verso questo settore a volte trascurato, anche diventando una parrocchia viaggiante. Si raccomanda inoltre che gli adulti del gruppo familiare, soprattutto le mamme, siano pronti a supplire l’assenza del catechista oppure ad integrare e dare continuità all’insegnamento della catechesi con il loro contributo. Sotto questo punto di vista si invita a dotare le abitazioni mobili di sussidi didattici e di audiovisivi per la catechesi, possibilmente redatti specificamente per questo gruppo di fedeli, anche avvalendosi delle moderne tecnologie, che permettono di mantenere i contatti per via telematica e di interagire con l’aiuto di appositi siti.Sir