Opinioni & Commenti
Ciò che vogliamo, noi palestinesi
Questa deduzione apparentemente «assurda» non è del tutto «illogica» perché, effettivamente, la percentuale di palestinesi che possiedono la cittadinanza israeliana è di circa il 20% della popolazione dello stato ebraico. Se si aggiungono i palestinesi di Cisgiordania e di Gaza e se si tiene conto dei tassi di incremento demografico, si arriva ad una conclusione quasi scontata: il numero dei palestinesi supererà in pochi anni quello degli ebrei. Israele, allora, avrà due alternative: considerare tutti gli abitanti come cittadini e quindi perdere il carattere «ebraico» dello stato, o considerare solo gli ebrei come cittadini e quindi abbandonare il carattere «democratico». In entrambi i casi, Israele sarebbe perdente.
Fino a quel giorno lontano, si continuerà, da un lato del muro, a contare le vittime, a perdere quotidianamente la dignità, il pane, ed il futuro e dall’altro lato ad alimentare timore e pregiudizi, e svegliandosi soltanto ogni tanto, dinanzi all’orrore di un attentato suicida. A quel punto piangeranno e vorranno infliggere rappresaglie spietate e sosterranno un governo duro che chiuderà le strade e le «porte del muro», che bombarderà Gaza ed imporrà il coprifuoco, interromperà l’elettricità e l’acqua e proibirà l’arrivo degli aiuti umanitari.