Prato
Cinque per mille: secondo anno, ma i soldi per ora non si vedono
«Sono talmente tanti quelli che si devono dividere la torta che verranno fuori delle cifre irrisorie» spiega Andrea Rosati, uno dei più noti commercialisti di Prato, dello studio «Professionisti associati», che alla nostra domanda di sbilanciarsi in una previsione sulla tempistica dei pagamenti risponde che «è impossibile saperlo ma è certo che i tempi saranno biblici». Ma come funziona il cinque per mille? La legge finanziaria del 2006 ha previsto in via sperimentale la possibilità, fermo restando quanto già dovuto dai contribuenti a titolo di imposta sul reddito delle persone fisiche, di una quota pari al 5 per mille dell’imposta stessa, da destinare, in base ad una libera scelta, a soggetti rientranti in quattro diverse categorie.
Si tratta di associazioni di volontariato e Onlus – riconosciute dalle apposite leggi -, enti per la ricerca scientifica e per l’Università, enti per la ricerca sanitaria e infine si poteva scegliere di sostenere le attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente. Era possibile devolvere il cinque per mille dell’Irpef in generale ad una di queste quattro categorie, oppure individuando specificatamente a chi dovrà essere destinata la quota, indicando il codice fiscale del soggetto beneficiario.
Come detto moltissime sono state le richieste di ammissione a questa possibilità offerta dalla legge; tante e di tutti i tipi le organizzazioni pratesi: si va da la Caritas diocesana, al Movimento italiano casalinghe, dalla Misericordia all’associazione dei diabetici ma anche associazioni come la sezione pratese della Federazione italiana ricetrasmissioni. Per questi enti è lecito sperare in una somma consistente? Il dottor Rosati ribadisce il suo scetticismo: «Non penso proprio, ai richiedenti spettano le quote del 5 per mille loro direttamente destinate dai contribuenti attraverso l’indicazione del proprio codice fiscale, per gli altri: i fondi saranno ripartiti in proporzione al numero complessivo delle destinazioni dirette, espresse mediante apposizione del codice fiscale, conseguite da ciascuno dei soggetti».
In sostanza chi ha già avuto tante preferenze riceverà più contributi, ai restanti spetteranno probabilmente solo un po’ di briciole. L’anno passato tante sono state le pubblicità fatte dalle associazioni per chiedere ai cittadini una firma per il cinque per mille, ma a questo punto non sappiamo se il gioco sarà valso la candela, cioè se le spese di promozione saranno coperte dalla quota loro destinata. Mentre si fanno i conti sul risultato, ancora incerto, dello scorso anno, è già tempo di pensare al nuovo anno finanziario, quello del 2007, perché per i cittadini è già tempo di fare la dichiarazione dei redditi. Ci sono però delle novità al riguardo: l’attuale legge finanziaria ha modificato la normativa sul cinque per mille. Per prima cosa tra i destinatari non ci sono più i comuni né le fondazioni, ma solo le Onlus, le associazioni di promozione sociale e le associazioni di riconosciute dalla legge (art. 10 dlgs 460/1997), gli enti della ricerca scientifica e dell’Università e gli enti della ricerca sanitaria; inoltre è stato previsto un tetto massimo per il fondo, individuato in 250 milioni di euro.
(dal numero 12 del 25 marzo 2007)