Arezzo - Cortona - Sansepolcro

CINQUANT’ANNI DI SACERDOZIO PER DON MANFREDI.

Con Romano Manfredi, il parroco della Pieve di Sovara lo conoscono in tanti non soltanto nell’Anghiarese. Ci sono molti motivi per ricordare don Romano, compresa la sua figura longilinea e l’estrema magrezza. E dire che la sua parrocchia, dove don Romano esercita il ministero da ben cinquant’anni, quanti sono appunto i suoi anni di sacerdozio che vogliamo festeggiare, era la più ricca di tutta la diocesi di Sansepolcro. Venne in seminario nella città di Piero da Spinello di Santa Sofia di Romagna, negli anni dell’immediato dopoguerra. In quegli anni da tutta la zona di Santa Sofia e Galeata venivano in seminario molti ragazzi. Dopo le scuole medie molti abbandonavano: all’incirca uno su dieci arrivava allo studio della teologia e all’ordinazione sacerdotale. Don Romano vinse tutte le difficoltà, si acquistò gradatamente la fama di studente capace, e arrivò alla conclusione degli studi e al traguardo nel giorno quasi comune in quel periodo per l’ordinazione sacerdotale, cioè il 29 giugno 1959, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo. Conservo qualche ricordo dei suoi primi giorni di seminario. Di fronte alle novità della vita di seminario, gli orari, le ricreazioni chiassose nelle quali i giovani sfogavano tutta l’energia repressa nei rigidi silenzi del seminario, più rispettati che compresi da ragazzi di quella età, Romano sembrava non avere problemi. Bastavano poche parole per fargli capire quanto gli veniva richiesto, spalancava gli occhi nel vuoto, un suo modo tipico per una fugace riflessione, e poi via senza obbiezioni al programma della comunità. Ben altro fu l’atteggiamento quando ormai prete e parroco si trovò nel silenzio, questa volta più inquietante, di una parrocchia famosa, ma non certamente brillante per la partecipazione dei fedeli alla vita comunitaria, tenendo presente che era già iniziata la fuga dei contadini dai poderi ed in generale della gente dalle campagne. Lo sentii più di una volta denunciare la sua insoddisfazione pastorale in modo energico, e poi, forse perché non trovò ascolto, ebbe il buon senso di non perdere quel tempo prezioso e si rimise a studiare. Si laureò in lettere classiche ed iniziò subito l’insegnamento in un liceo di Firenze. Il lungo periodo di insegnamento non deve essere stato privo di difficoltà, per la distanza della sede scolastica dalla parrocchia nella quale non interruppe mai il servizio pastorale. Il rigore dei suoi principi non lo aveva compromesso magari per lasciare il posto all’atteggiarsi «insegnante al passo con i tempi nuovi». Ed eccolo di nuovo in parrocchia a tempo pieno. Al momento del ritorno definitivo trova un clima culturale ancora diverso. Ama la sua parrocchia, ma occorre pensar anche a Ponte alla Piera rimasta senza parroco. Bisognerebbe trovare un poco di tempo per andare a San Leo perché don Fabio ci ha lasciato. Caro don Romano, ti ringraziamo per questo tuo prezioso servizio ai confratelli ed al popolo cristiano. Ti conceda il Signore di poterlo fare ancora, fino a che Lui piacerà, perché finalmente ci siamo accorti di averne bisogno.Giacomo Babini, vescovo