Vita Chiesa

CINA, MORTO VESCOVO DI WUHAN, IL PRIMO DELLA CHIESA UFFICIALE AD ESSERE ILLECITAMENTE ORDINATO

 Monsignor Bernardine Dong Guangqing, vescovo della diocesi di Wuhan, è morto il 12 maggio all’età di 90 anni, ma la notizia è stata appresa soltanto ieri. Dong, francescano nato nel 1917, era stato ordinato sacerdote nel 1942 e vescovo il 13 aprile del 1958; era uno dei primi vescovi della cosiddetta ‘Associazione patriottica cattolica cinese’, nota anche come ‘Chiesa ufficiale’. Secondo il missionario belga ‘Missionhurst’ Jeroom Heyndrickx, uno dei più autorevoli esperti sul Cattolicesimo cinese – citato da “The Catholic voice”, giornale ufficiale della diocesi di Oakland, città californiana che ha una delle più antiche e importanti Chinatown d’America – monsignor Dong Guangqing fu nel 1957 il primo vescovo ‘illecitamente ordinato’ che però nel 1984 chiese la ‘riconciliazione’ e ottenne di essere riconosciuto da Giovanni Paolo II. La vicenda personale del presule appena scomparso e la notizia della sua morte hanno riproposto per alcuni l’interrogativo sull’effettiva situazione della Chiesa cattolica in Cina. La MISNA ha avuto l’opportunità di affrontare l’argomento con un sacerdote cattolico della Cina continentale che, per ovvie ragioni, ha chiesto e ottenuto l’anonimato. “Ci dà veramente molto fastidio – ha sottolineato l’interlocutore – quando si parla di ‘due chiese cattoliche’ in Cina. È un chiaro segno che l’Occidente non capisce nulla di quello che succede nel nostro paese”. Diversamente da quel che spesso si sostiene “in Cina non vi sono due chiese – precisa la fonte – ma una sola, i cui membri per circostanze storiche e politiche sono affiliati a due gruppi differenti; tutto cominciò quando il governo rivoluzionario tentò di sopprimere ogni forma di religione nel 1949. Da allora, alcuni cristiani continuarono a riunirsi in segreto formando quella che si suole chiamare ‘Chiesa clandestina’. Quando venne lentamente avviata l’apertura alle religioni, il governo istituì quella che si chiama ‘Associazione patriottica cattolica cinese’ o ‘Chiesa ufficiale’. Non solo quella cattolica ma tutte le religioni accettate in Cina hanno un’ ‘associazione patriottica’. Lo stato può così controllare quello che succede nel mondo religioso e evitare che prendano piede ‘ideologie pericolose’. Entrambi i gruppi però fanno parte dell’ unica e medesima Chiesa cattolica e la grande maggioranza dei membri di entrambi i gruppi è in piena comunione con Roma”.

La grande maggioranza dei vescovi dell’Associazione patriottica è stata nominata sia dall’Associazione sia dal Papa, dice ancora il sacerdote; “pertanto, le ordinazioni non sono soltanto valide – precisa ancora la fonte – ma anche legittime”. “The Catholic voice” a maggio del 2006 scriveva: ” Le cose non sono state normali in Cina per più di 50 anni. Alcuni vescovi sono approvati dal Papa, altri dal governo ma in numero crescente i più sono approvati da entrambi”, aggiungendo che, dopo il riconoscimento, “il numero stimato di cattolici in Cina oscilla da otto a 16 milioni, ma che in particolare l’Associazione patriottica ne reclama circa cinque milioni e l’annuario del Vaticano ne indicava quattro milioni e 600.000 tra Cina e Corea del nord”. Il sacerdote cinese che ha discusso l’argomento con la MISNA richiama anche l’attenzione su un aspetto di grana più sottile ma molto rilevante, spesso trascurato quando si parla di Chiesa cattolica in Cina; esistono cioè grandi differenze tra una parte e l’altra del paese e “in Cina il valore delle relazioni personali a volte è più importante della stessa legge”. Per questo motivo, in alcune zone la ‘Chiesa clandestina’ esiste e funziona apertamente alla piena luce del sole e in altre deve rimanere occulta. “Ma in definitiva, entrambi i gruppi hanno poca libertà religiosa – aggiunge il sacerdote cinese – e desiderano profondamente tenersi in contatto con Roma, mentre le loro relazioni con il Vaticano sono minime tanto che si sentono praticamente abbandonati a se stessi”. Non tutto è quindi sempre concorde con il diritto canonico perché è facile scrivere norme, ma non è sempre altrettanto facile rispettarle. Uno degli aspetti della questione che al nostro interlocutore dispiace osservare è che alcuni esponenti del Vaticano non sempre comprendono la realtà cinese e a volte commettono errori: “Vi sono congregazioni religiose – è il suo suggerimento – che sanno e comprendono molto di Cina…sarebbe utile ascoltarle”. Sulle possibilità di riunificazione, il sacerdote conclude: “Il problema è sapere chi deve riconciliarsi con chi. Entrambi i gruppi hanno commesso errori: pressati dalle circostanze, esponenti di entrambi i gruppi hanno detto detto cose che in realtà non intendevano dire. L’importante non è sapere ora chi è responsabile di equivoci; quello che conta è lavorare insieme”.

Misna