Vita Chiesa
Cina, consacrati nuovi vescovi. Speranza e riconciliazione
«Abbiamo accolto questa notizia con gioia piena e al tempo stesso intima nel cuore». Così da Pechino Kin Sheung Chiaretto Yan, commenta al Sir la notizia delle due ordinazioni episcopali in Cina, avvenute il 26 e il 28 agosto scorso, con l’approvazione di papa Francesco. Le prime dopo l’Accordo tra Santa Sede e Repubblica popolare cinese del 22 settembre scorso. Si tratta dell’ordinazione, «con mandato pontificio» di padre Antonio Yao Shun, nuovo vescovo della diocesi di Ulanqab e di padre XU Hongwei della diocesi di Hanzhong. Kin Sheung Chiaretto Yan è coordinatore del Padiglione della Santa Sede all’Expo di Pechino 2019. «Tanti cattolici hanno fatto circolare la notizia», racconta al Sir ma ciò che più ha colpito la comunità cattolica cinese è la «novità» che è stata inserita nella cerimonia. Durante le due ordinazioni «è stato sottolineato ufficialmente che ‘il candidato è stato approvato dal Papa’. È stato quindi dichiarato pubblicamente il mandato papale, la nomina cioè del Papa con l’accettazione del governo cinese. Queste ordinazioni sono quindi un frutto dell’Accordo stipulato un anno fa. Potremo vivere in comunione con il successore di Pietro con serenità e senza lacerazioni».
È il primo segno di una comunione possibile. Quale futuro sperano i cattolici cinesi?
«Ci sono segni molto positivi. Questo nuovo modello di ordinazione da una parte, favorisce la riconciliazione e risana le situazioni del passato. Dall’altra, è un buon inizio che promette speranza. Le sfide ci saranno sempre. Ma il punto fermo è la comunione con il successore di Pietro. Papa Francesco ha augurato che i futuri vescovi in Cina siano autentici Pastori secondo il cuore di Gesù, e Gesù desidera l’unità. Il ruolo del vescovo nella guida della comunità della Chiesa locale ha compiti civili e spirituali, ma soprattutto ha il compito di favorire l’unità nella guida della comunità della Chiesa locale. Preghiamo lo Spirito Santo e viviamo proiettandoci verso questa direzione».
Per la prima volta nella storia un Padiglione della Santa Sede è presente all’Expo di Pechino 2019. Anche questo è un frutto del dialogo avviato tra Cina e Santa Sede. Il 14 settembre si terrà la giornata della Santa Sede. Come la state preparando?
«Il 14 settembre è la festa dell’Esaltazione della Croce per noi cristiani. Per la giornata della Santa Sede all’Expo di Pechino, ci sarà una conferenza scientifica sul tema delle sfide ambientali. Ci sarà anche un programma pensato per i bambini con dei workshops dal titolo «apprezzare la natura attraverso l’arte». Questi programmi hanno un taglio culturale piuttosto che religioso. Vogliamo dare la testimonianza che la bellezza e i valori comuni ci uniscono. C’è la possibilità che la Santa Sede possa donare e lasciare il padiglione con gli oggetti esposti alla Chiesa Cattolica in Cina. Molto significativa è l’istallazione di un albero dorato di olivo con una citazione del Laudato Si’ di Papa Francesco. Una metà dell’albero sarà esposto permanentemente in Cina, l’altra meta sarà portata in Vaticano. L’idea è di mantenere questo legame duraturo nel tempo. Un proverbio cinese dice: ‘Ci vogliono dieci anni per far crescere un albero, ma cento anni per allevare una generazione di nuovi uomini’. Questa opera rimane come segno tangibile che siamo tutti parte dello stesso albero della Chiesa, e abbiamo l’impegno comune di vivere la comunione e la cultura d’incontro per le future generazioni