Alla vigilia del ventesimo anniversario della repressione di Tiananmen, le autorità cinesi hanno ulteriormente stretto la morsa intorno al dissenso e intensificato la censura nei confronti degli attivisti per i diritti umani. È la denuncia di Amnesty International che, in una nota diffusa oggi, fa il punto della situazione in Cina: Interrompere le comunicazioni e impedire la libertà di movimento non fermerà la lotta degli attivisti per i diritti umani e non li farà desistere dal ricordare il ventesimo anniversario della repressione di Tiananmen. Più aumenta la persecuzione, sottolinea Roseann Rife, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International, più aumenta la richiesta di verità. Tra le segnalazioni ricevute dall’organizzazione internazionale negli ultimi giorni, quella di Wan Yanhai, attivista per i diritti delle persone con Hiv/Aids, costretto a lasciare Pechino e a trasferirsi più a nord mentre un gruppo di agenti di polizia si è radunato sotto l’abitazione dell’attivista per i diritti umani Wen Kejian. Inoltre, per limitare le comunicazioni tra gli attivisti e i promotori di campagne su Internet, le autorità cinesi hanno bloccato l’accesso a Twitter, Flick e Hotmail.Sir