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Cile: ancora manifestazioni contro il Governo. Nuovo appello dei vescovi, «costruire l’agenda sociale con i cittadini»
Oltre 700mila persone hanno manifestato ieri a Santiago del Cile, confermando la sfiducia nel Governo e nell’attuale sistema politico. Mentre, tre rappresentanti dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, inviati dall’Alto Commissario, e l’ex presidente cilena Michelle Bachelet, arriveranno nel Paese dalla prossima settimana e vi rimarranno circa un mese.
Intanto, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale cilena (Cech) ha emesso un nuovo comunicato, nel quale i vescovi «apprezzano i gesti delle autorità e dei leader», che hanno cercato di accettare le richieste espresse da vari settori. «La più grande responsabilità è detenuta da coloro che detengono posizioni di leadership nella vita politica e sociale – proseguono -. È necessario fare affidamento sulla loro buona fede e sulla loro capacità di raggiungere accordi. Confidiamo che l’agenda sociale possa essere costruita con un’ampia partecipazione dei cittadini. La cittadinanza si aspetta uno sguardo alto da tutti i suoi leader e solo il dialogo fondato su un’autentica amicizia civile può superare le legittime differenze tra le diverse parti sociali e contribuire, così, alla pacificazione degli spiriti».
La Cech condivide «la speranza di così tanti che desiderano ardentemente il rapido ripristino dell’ordine pubblico» e confida «nel giudizio dell’autorità, che si è impegnata a mettere termine alle misure di eccezione stabilite». «Il Cile ha bisogno di rialzarsi a partire dall’umiltà e dalla generosità, attraverso un dialogo costruttivo e inclusivo, tipico della democrazia, lasciando da parte ogni violenza, da qualunque parte provenga – conclude la nota -. In questo senso, ringraziamo le parole di Papa Francesco che in questi giorni ci esorta a lavorare attraverso il dialogo per trovare soluzioni alla crisi».