Toscana
CIAMPI DA SIENA RIBADISCE: SULLA SCUOLA DECIDA LO STATO
Lunedì lo aveva detto in tono sfumato. Martedì 3 dicembre Carlo Azeglio Ciampi ha chiarito che il suo pensiero sullascuola non era stato male interpretato. Infatti, quando gli èstato chiesto di chiarire se intende proprio dire che ilcoordinamento delle scelte politiche sulla scuola esull’istruzione pubblica deve restare allo Stato, il capo dello Stato ha risposto: «Non c’è dubbio che questo sia un puntocentrale della vita dello Stato, con una sua attuazione ediversificazione nelle diverse aree del Paese. Su questo credoci sia un consenso generale».
Il riferimento ai contenuti del progetto di leggecostituzionale sulla devolution (che demanda questa materia allacompetenza delle regioni) non è esplicitato, ma è sostanziale, come risulta anche da alcuni commenti politici. Del resto Ciampiaveva fatto conoscere il suo pensiero già oltre un mese fa, neldiscorso al Vittoriano per l’inaugurazione dell’annoscolastico. Il sistema nazionale dell’educazione pubblica (cioèanche l’insieme delle scuole pubbliche e parificate), disse inquella occasione, è da preservare perché è grazie ad esso chesi è costruita e si ravviva la cultura e la coscienza nazionaleitaliana. Certo non spetta a Ciampi ma al Parlamento fare leleggi. Ma è anche vero che il punto di vista del garante dellaCostituzione e dell’unità nazionale non è secondario.
Ciampi ha voluto dire la sua anche suun’altro problema che sta vivacizzando l’esame della leggefinanziaria, quando ha dichiarato di condividere la richiesta diadeguare il finanziamento a favore dell’università e dellaricerca. A lanciare in modo argomentato il grido d’allarme, allasua presenza e davanti al ministro Letizia Moratti era statostamani il rettore di Siena Piero Tosi, che è anche il presidente della Conferenza dei Rettori Italiani. Le risorse sono insufficienti da anni, ha detto Tosi citando un documento dei Rettori del 1996 che indica l’Italia come la Cenerentola d’Europa. Da allora la situazione è peggiorata e ormai lottiamoper la sopravvivenza, ha aggiunto Tosi invocando un segnaleforte dal governo e dal Parlamento. Ciampi non ha fatto mancare il suo sostegno. Quando gli hanno chiesto se condivide queste preoccupazioni, il presidente della Repubblica ha risposto: «C’è un consenso amplissimo, direi totale sull’importanza di sostenere l’università e la ricerca. C’è una convinta e diffusa sensibilità di tutti gli italiani. L’Università, quale centro di formazione e di ricerca, – ha aggiunto – è il motore dello sviluppo sociale ed economico del paese. Non deve essere isolata dalla società, ma deve esserviinserita profondamente».
Sui finanziamenti il ministro Moratti, come in altre occasioni, ha mostrato comprensione, ma ha dovuto ribadire le ristrettezze di bilancio dello Stato.
È difficile dire quanto potranno influire le prese di posizione di Ciampi su scuola e devolutione sul finanziamento dell’istruzione superiore. Dipenderà molto dall’alleanza di fatto che il capo dello Stato ha così realizzato con chi già si trova su queste posizioni e vede esaltato il proprio punto di vista. L’anno scorso con qualcosa di simile Ciampi riuscì a a far superare il fuoco di sbarramento all’attuazione della riforma federalista. In quella occasione, Ciampi rafforzò in modo decisivo la spinta della Conferenza dei presidenti delle Regioni. ANSA)